Ormai il dado è tratto. I tempi sono stati dettati. I margini di trattativa si sono esauriti. Per i lavoratori di Messinambiente adesso ci saranno solo pochi giorni per decidere se accettare le transazioni proposte da Messinambiente per poi essere trasferiti alla nuova società o se rifiutare le condizioni poste in ottica concordato fallimentare. Dovrà essere fatto tutto entro il 10 gennaio. Il 12, infatti, in Tribunale ci sarà l’assemblea dei creditori che dovranno decidere se accettare il piano concordatario con cui Messinambiente si impegna a pagare 30 milioni di euro per i suoi debiti con Agenzia delle Entrate, lavoratori e fornitori. E a quella data la società vuole arrivare con l’operazione dipendenti chiusa, anche per rendere più forte la posizione di Messinambiente. Per questo oggi l’assessore Daniele Ialacqua ha riunito per l’ennesima volta le organizzazioni sindacali, insieme al liquidatore Giovanni Calabrò e il legale Marcello Parrinello, l’amministratore di MessinaServizi Beniamino Ginatempo. Una riunione che in pratica è servita a ribadire l’esigenza di fare presto.
Di fatto i lavoratori si troveranno a dover decidere se firmare o meno l’accordo di conciliazione che Messinambiente ha redatto. I punti salienti di questo accordo riguardano il Tfr: chi firma accetterà di ricevere entro 30 giorni dall’omologazione del concordato un anticipo di 2 mila euro sul Tfr, mentre la restante parte del Tfr sarà liquidato e corrisposto a cessazione del rapporto di lavoro con la MessinaServizi direttametne dal Comune di Messina. Poi ci sono i debiti connessi ad altre voci di retribuzione per permessi, ex festività soppresse e Rol maturate con Messinambiente e anche in questo caso chi firma accetterà che questi verranno adempiuti dal Comune, rinunciando a qualunque pretesta nei confronti delle società. Le ferie residue saranno invece trasferite alla MessinaServizi. Poi c’è un’altra parte che riguarda chi ha contenziosi con Messinambiente, altro nodo caldo della questione. E anche su questo fronte chi firmerà dovrà accettare le condizioni dettate dalla società. Le bozze sono cinque e lasciano varie opzioni a seconda delle varie posizioni in cui il singolo lavoratore si trova.
Ma dall’incontro non è emerso nessun passo in avanti rispetto a quelle che erano state le divisioni del fronte sindacale.
La Cgil e la Fp Cgil hanno ribadito che non bisogna più perdere tempo: «Rispetto a quanto ha spiegato il legale Parrinello, è essenziale assicurare il servizio di raccolta alla città e garantire i livelli occupazionali dei dipendenti di Messinambiente. In caso di fallimento i lavoratori non sarebbero più garantiti, si rischia la privatizzazione dei servizi, e non abbiamo intenzione di permetterlo». Per la segretaria Clara Crocè e i segretari della Fp Cgil Francesco Fucile e Carmelo Pino, se dovesse succedere qualcosa di negativo le responsabilità sono tutte dell’amministrazione comunale che nel campo dei rifiuti ha perso troppo tempo.
E su questo punto i sindacati sembrano essere tutti d’accordo. Ma Uiltrasporti, Fit Cisl e Fiadel continuano a dire no alla strategia che l’amministrazione ha deciso di seguire.
«Alla fine nessuna delle richieste che avevamo fatto per garantire maggiori tutele per i diritti dei lavoratori sono state rispettate. Oggi il dato di fatto è che si vogliono mettere i lavoratori con le spalle al muro, su di loro è stata caricata la responsabilità del futuro di Messinambiente e MessinaServizi, legando le decisioni dei dipendenti al responso sul fallimento della società e non è stato ancora una volta assicurato il rispetto della Legge regionale 9 del 2010 che quantomeno avrebbe blindato il trasferimento del personale alla Srr e poi alla MessinaServizi, così com’è stato per gli ex lavoratori Ato3 e prima ancora per i dipendenti di Messinambiente del cantiere di Taormina». E’ questo l’amaro commento di Michele Barresi Uiltrasporti, Lillo D'Amico Fit Cisl e Pietro Fotia Fiadel, che contestano anche il fatto che il trasferimento dei dipendenti sia stato indissolubilmente legato alla procedura di concordato che il 12 gennaio porterà in Tribunale i creditori che dovranno decidere se accettare la proposta della società o se verrà dichiarato il fallimento.
«Il legale di Messinambiente Marcello Parrinello ha detto chiaramente che entro il 10 gennaio i lavoratori dovranno firmare le conciliazioni, chi firmerà sarà trasferito a MessinaServizi, chi deciderà di non firmare andrà alla Srr. Per la prima volta dunque si è chiaramente esplicitato che l’obiettivo è il passaggio diretto da Messinambiente a MessinaServizi, perché ponendo i lavoratori di fronte a questa decisione, senza chiarire i motivi e aggiungere altre spiegazioni, significa metterli con le spalle al muro» spiegano i sindacalisti. Per i tre sindacati oggi sono i lavoratori di Messinambiente a dover pagare tutti gli errori che anche questa amministrazione comunale ha commesso nella gestione del comparto rifiuti. «Sono stati sprecati più di quattro anni per decidere come organizzare il settore: prima l’assessore Ialacqua ha puntato sul rilancio di Messinambiente chiamando Alessio Ciacci alla guida della società, poi è arrivata l’idea della grande Multiservizi, poi l’Amam acqua e rifiuti per arrivare a creare la MessinaServizi Bene Comune, che non è altro che la fotocopia di Messinambiente. Hanno perso tempo e siamo arrivati alle scadenze dettate dal Tribunale, legando le decisioni dei lavoratori a delle responsabilità che sono solo politiche e amministrative. Oggi si è arrivati a dire che sei i dipendenti non firmeranno e il 12 gennaio il Tribunale dovesse dichiarare il fallimento, Messina resterebbe senza società che gestisce i servizi di igiene ambientale. Si continua a mentire e a scaricare ogni errore politico sull’anello debole, rappresentato dal personale di Messinambiente».
«Oggi l'amministrazione si è presentata chiedendo di firmare le transazioni, dimenticando che noi non avevamo sottoscritto l'accordo del 4 dicembre firmato dalla sola Cgil. Accordo con cui si limitavano i diritti soprattutto economici dei lavoratori, a favore di Messinambiente e Messinaservizi. Con queste transazioni il lavoratore non potrà fare valere in giudizio nulla e tutto ciò solo per salvaguardare due aziende. Hanno voluto seguire questa strada che non riusciamo a comprendere. Queste transazioni favoriranno solo alcuni lavoratori che hanno avuto dal 2013 indennità ad personam, superminimi e altri privilegi e danneggeranno la stragrande maggioranza dei dipendenti lesi nei diritti inalienabili e che rischiano di essere mandati allo sbaraglio in una procedura di transito fuori dalla normativa di legge.
Ci è stato comunicato che è stata cambiata la modalità di concordato, passando dall'affitto del ramo d’azienda all'usufrutto, ma è sempre e solo per salvaguardare due aziende che significano più costi. Non ci saremmo aspettati che questa amministrazione danneggiasse i lavoratori ma è ciò che sta accadendo».
Uiltrasporti, Fit Cisl e Fiadel garantiranno piena disponibilità e assistenza ai lavoratori che vorranno firmare senza condizionare l'esito delle procedure ma continuano a ribadire l’assoluta contrarietà a questa assurda decisione.
Francesca Stornante