L’epidemia di influenza suina scoppiata in Messico e che nel giro di pochi giorni ha scatenato il panico in ogni parte del mondo, ha avuto come prima conseguenza un netto calo nella vendita di carne di maiale. Nonostante, infatti, le numerose sollecitazioni di medici ed esperti di settore (vedi articolo correlato in basso) che hanno escluso qualsiasi pericolo di contagio attraverso il cibo, la paura ha preso il sopravvento tra i cittadini.
Sul panico che si è generato ha troppo spesso inciso la diffusione di notizie inesatte, e proprio su questo oggi intervengono l’Adiconsum, associazione di consumatori presieduta da Giuseppe Abate e la facoltà di Veterinaria di Messina: «Bisogna subito puntualizzare – ha sottolineato la prof. Maria Foti, ricercatore di Malattie Infettive nella Facoltà di Medicina Veterinaria – come sia assolutamente errato parlare di ‘Influenza suina’. I virus influenzali sono, infatti, dei microrganismi particolarmente plastici e subiscono modificazioni continue che comportano l’espressione di differenti patogenicità e gravità dei decorsi clinici scatenati. Essi sono in grado di circolare all’interno delle specie sensibili (specie aviari, equino, suino ed uomo) ed esistono quindi ceppi adattati ad ogni specie. Il suino possiede, nelle sue cellule epiteliali, recettori chimici riconosciuti da ceppi provenienti da diverse specie ed è quindi all’interno delle sue cellule che, classicamente, avvengono quei fenomeni di “riassortimento” che permettono l’unione di porzioni genomiche di ceppi altamente patogeni provenienti dalle specie aviari con porzioni di ceppi umani. Anche stavolta, così come avvenuto in passato per la ‘Spagnola’ ed altre epidemie, il virus generato all’interno del “crogiuolo suino” è diventato un virus influenzale umano che oggi si trasmette da persona a persona. L’infezione non viene quindi trasmessa attraverso l’ingestione di carne suina e non vi è alcun rischio nel consumo di carni e di altri prodotti alimentari derivati dal suino»
Dello stesso parere il prof. Vincenzo Chiofalo, Preside della Facoltà di Medicina Veterinaria, che ha evidenziato l’esigenza di dare informazioni corrette ai cittadini, coinvolgendo i veterinari e investendo sulla loro formazione’. «Questi eventi – ha detto Chiofalo – devono far riflettere anche sul fatto che la formazione del medico veterinario, prima sentinella sul territorio per il controllo della sanità animale e di conseguenza della salute del consumatore, si regge oggi su poche risorse economiche. E’ per questo che abbiamo intrapreso a Messina anche la via delle scuole di specializzazione per sostenere fortemente la qualificazione del medico veterinario anche verso la sicurezza alimentare ed è quindi su basi certe e scientifiche, che intendiamo operare in maniera concreta sulla prevenzione»
Anche Giuseppe Abate, Presidente dell’Adiconsum di Messina ha fatto alcune precisazioni sull’argomento, affermando: «Non possiamo che confermare quanto già comunicato dall’Oms e dal Ministero del Welfare: l’influenza suina non si trasmette con il cibo. È dunque sufficiente una normale cottura non al sangue – che porta anche il “cuore” del prodotto ad una temperatura adeguata alla “bonifica” – per garantirci contro l’eventuale presenza del virus nella carne di maiale».