"Il parere dell'avvocatessa Saccà impediva di far proseguire i lavori alla ditta La Placa e di pagare gli stati d’avanzamento lavori perchè la consorziata Gap di Roma, che aveva vinto l’appalto, era fallita. La palla doveva passare al curatore fallimentare che, a sua volta, doveva sentire l’assemblea dei creditori, il parere dell’Anac e il giudice". E' quanto ha detto il dirigente Signorelli ai rappresentanti del Comitato Casa Nostra, che si erano presentati al Comune per avere notizie in merito al fermo dei lavori, da cinque mesi e mezzo, del risanamento del complesso Casa Nostra.
Dopo mesi di silenzi politici e ritardi burocratici, il futuro di Casa Nostra è ancora incerto poiché, secondo quanto spiegato da Signorelli, "l’Anac, in difformità con il parere legale dell’avvocatessa Saccà, ha ritenuto non valido il riferimento alla legge sugli appalti numero 50 del 2016 ma valida la legge 263 del 2002. Ciò comporta o dovrebbe comportare l’automatica prosecuzione e la titolarità dell’appalto alla ditta La Placa".
Si preferisce usare il condizionale, poiché, come fanno sapere gli stessi esponenti del comitato, non si sanno quali altri intoppi burocratici dovranno esserci ancora per la ripresa dei lavori.
A questo punto il Comitato “Risaniamo Casa nostra” chiede ai tecnici responsabili con in capo il segretario generale Antonio Le Donne e il sindaco Renato Accorinti di mettere fine a questo ping pong affinché i lavori possano procedere senza intoppi.