Quartieri: -gioco- politico anche sui Presidenti

Nei sei quartieri, come per Palazzo Zanca e Palazzo dei Leoni, la vittoria del centrodestra è stata evidente e quindi anche per quanto riguarda la nomina dei presidenti il centrodestra dovrebbe avere la meglio. Ma il quadro non è così scontato come sembra, soprattutto in quelle circoscrizioni in cui il distacco numerico tra gli schieramenti è risicato. In ogni caso all’interno dell’ex Cdl, nell’ultima settimana, oltre che per l’individuazione degli uomini che andranno a formare le squadre di Buzzanca e Ricevuto e per quelli che ricopriranno incarichi negli enti di sottogoverno, si è discusso anche di -spartizione- dei quartieri, nonostante in alcuni manchi ancora la proclamazione degli eletti.

Sembra scontata la situazione nel primo, dove la maggioranza è abbastanza ampia (dodici centrodestra-sei centrosinistra) e dove l’Udc avrà quasi certamente la presidenza così come è avvenuto negli ultimi due anni con Vincenzo Messina. Quest’ultimo, a testimonianza della forza politica, è riuscito a fare il salto a Palazzo Zanca, ma nonostante la sua assenza le due liste dei centristi, -Il centro con D’Alia- e Udc ufficiale, non hanno perso in termine di consensi conquistando in tutto sei seggi. E’ andata bene soprattutto la corrente D’Alia, che grazie alle cinque poltrone ottenute in consiglio dovrebbe fare la voce grossa proponendo alla coalizione il nome da spingere, che potrebbe essere l’uscente Giuseppe Leonardo, tra l’altro primo degli eletti nella lista.

Detto dell’Udc, che si potrebbe accontentare di una sola presidenza, passiamo al seconda circoscrizione. Anche qui il divario tra i due schieramenti è di sei seggi (dodici centrodestra-sei centrosinistra) e anche qui i giochi sembrano abbastanza delineati. La presidenza dovrebbe andare all’Mpa, anche se il Pdl può contare su sette consiglieri. La scelta sarebbe fatta più che altro -sull’uomo-, visto che il presidente uscente Giovanni Di Blasi, ex Alleanza Nazionale, è stato eletto stavolta nelle file degli autonomisti. L’alternativa è rappresentata da Davide Siracusano (Pdl), il più votato, ma in questo momento le chance per lui non sono moltissime. Anche l’undici a sette del terzo quartiere non dà molte possibilità al centrosinistra. Il posto che era di Benedetto Vaccarino del Pd, che adesso ha -traslocato al Municipio-, sarà occupata da un rappresentante dell’altro schieramento. Molto, come abbiamo già detto, dipenderà dalla spartizione tra i partiti, ma il Pdl dovrebbe qui prevalere: in lizza Raimondo Burrascano, che è uscito rafforzato dal risultato delle urne con oltre 900 voti ottenuti, Domenico D’Arrigo, molto vicino al neo sindaco Buzzanca e Sebastiano Bonafede, che nella scorsa legislatura è stato Vice presidente. Quest’ultimo incarico, -sto giro-, potrebbe andare invece a Libero Gioveni del Partito Democratico, il più votato.

Incertezza nella quarta e quinta circoscrizione, dove il consiglio sarà composto da dieci consiglieri -targati- centrodestra e otto del centrosinistra. Nella IV, lo -scettro- che è stato di Nicola Cucinotta, dovrebbe essere conteso da Pdl ed Mpa, ma non sono escluse le sorprese. Nel partito di Berlusconi e Fini i nomi che circolano con più insistenza sono quelli di Maurizio Buscema e Pippo Famulari. A proposito di quest’ultimo, deve far riflettere il passaggio immediato, subito dopo l’elezione, dall’Mpa al Popolo della Libertà. Tra gli autonomisti invece l’indiziato è Piero Caliri. Stessa situazione numerica nella V, dove le dinamiche potrebbe variare in base agli equilibri politici tra i due blocchi, che appaiono ancora in bilico. Se centrodestra e centrosinistra dovessero presentarsi alle urne divisi, il Pdl dovrebbe ottenere la presidenza con uno tra Rino Romeo e Felice Greco(entrambi di area Forza Italia), con qualche possibilità anche per Vincenzo La Monica, in passato presidente del nono quartiere. Se invece le due parti politiche dovessero trovare unità d’intenti, ipotesi non azzardata, la convergenza potrebbe arrivare sul nome di Alessandro Russo (Pd-Democratici per Messina), vice presidente uscente e ben visto da molti. Poco probabile al momento la pista Verso.

-Buona maggioranza- infine nel sesto quartiere, dove il centrodestra può contare su undici consiglieri rispetto ai sette dell’opposizione. L’ex presidente Paolo Maggio, rieletto nel Pd, dovrà lasciare l’incarico ad un suo -collega-, che probabilmente sarà del Pdl. Avanti al momento sembrerebbe Enrico Ferrara, ma non è escluso che alla fine possa imporsi Orazio Laganà, che nelle ultime ore sta lavorando parecchio in questo senso. Difficile che l’Udc possa riuscire a spingere anche qui un proprio nome, pur se Orazio Calapai gode di buona considerazione.