Il 2014 del Messina si è chiuso così come si era aperto: la squadra in zona playout con la società attiva sul mercato di gennaio per realizzare una piccola e proficua rivoluzione nell’organico da mettere a disposizione del tecnico Grassadonia. In mezzo la grande soddisfazione del primo posto conquistato nella Seconda Divisione di Lega Pro, il trionfo nel derby con la Reggina (assente dai tempi della serie A), i problemi legati allo stadio San Filippo e i pesanti rovesci con Matera e Casertana. Un anno intenso per tutti i tifosi che, lentamente, dopo anni di anonimato in serie D con gestioni societarie improvvisate e dissennate, hanno ricominciato a seguire le sorti della prima squadra cittadina in modo sempre più corposo: lo testimoniano i grandi numeri realizzati su Sportube (altra novità del 2014), mentre sono ancora timide le presenze allo stadio, seppur lievitate in media rispetto alla passata stagione. Un anno di transizione, dunque, per il club di Lo Monaco, in attesa degli eventi, di nuovi soci, nuove opportunità che spingano il patron a recedere dall’intenzione di lasciare il Messina a fine giugno: una tranquilla salvezza da conquistare a fine stagione come primo obiettivo del 2015, prima di porre le basi per traguardi sempre più prestigiosi.
Il Messina conclude l’anno solare con 15 vittorie, 11 pareggi e 9 sconfitte: è sicuramente l’anno di Gianluca Grassadonia, subentrato nel dicembre del 2013 a Catalano; trionfale per la prima metà, con la splendida cavalcata che ha condotto i giallorossi dalla terzultima posizione al primo posto (con l’accesso alla Lega Pro unica), deficitario nella seconda parte (solo tre vittorie), con una nuova rimonta da concretizzare in primavera.
Nella prima partita dell’anno (il pareggio ad Ischia del 5 gennaio) il Messina è ancora una squadra che tenta con difficoltà di rialzarsi dalle secche della bassa classifica: dopo una prima fase altalenante (sconfitta con l’Arzanese ultima in classifica, pareggio con l’Aprilia), i giallorossi si sbloccano definitivamente nel doppio turno esterno con Foggia (vittoria per 2-1 firmata dal portoghese Costa Ferreira) e Poggibonsi. Proprio il portoghese e il capitano Giorgio Corona prendono per mano una squadra che realizza dalla fine di febbraio una lunga serie di risultati positivi: decisivi per la sorprendente rimonta giallorossa gli acquisti invernali dei difensori Enrico Pepe e D’Aiello con gli attaccanti De Vena (suo il gol della “promozione” nella vittoriosa gara di Lamezia) e Bernardo (tornato a Messina dopo un lungo girovagare sui campi di terza serie). Costa Ferreira sorprende per fantasia, continuità e senso del gol: a fine stagione, dopo il mancato rinnovo con il club di Lo Monaco, arriva per lui un triennale con l’Entella (neopromossa in serie B) nonostante un lungo corteggiamento da parte di Torino e Genoa. La squadra di Grassadonia conclude dunque la stagione con cinque vittorie consecutive: subito dopo l’inaspettato stop di Melfi arrivano infatti i trionfi con Casertana, Lamezia, Sorrento, Teramo e Martina. L’ultima gara di campionato (successo per 3-2) ha un significato doppio: primo posto in classifica per Corona e compagni (a 57 punti, in coabitazione con la Casertana) e retrocessione per i pugliesi (poi annullata dal ripescaggio estivo). Dopo un breve scambio di opinioni Grassadonia ottiene dalla società un contratto biennale (una rarità per le gestioni tecniche di Pietro Lo Monaco), mentre la stagione si chiude ufficialmente con la doppia sconfitta in Supercoppa di Lega Pro subita ad opera del Bassano (la squadra trascinata dal bomber Berrettoni si impone per 2-0 in Veneto e per 2-1 al San Filippo). La gara di ritorno della Supercoppa è anche l’ultima in carriera del difensore Giovanni Ignoffo, protagonista del doppio salto fino alla Lega Pro unica.
In estate iniziano i primi dissidi legati alo stadio San Filippo: Lo Monaco non gradisce infatti la scelta dell’Amministrazione Comunale di concedere l’impianto per due settimane dell’estate 2015 alla società che intende organizzare i concerti di Vasco Rossi e Jovanotti. Il patron prima minaccia di lasciare la società, poi, una volta trovato l’accordo per preservare struttura e manto erboso, inizia a programmare il ritiro estivo dei giallorossi. Il Messina parte per Camigliatello in ritardo rispetto alle altre compagini del girone: per i primi giorni sono agli ordini del tecnico e del suo staff solo pochi giocatori riconfermati e qualche elemento in prova. Ad agosto i primi acquisti: arrivano in riva allo Stretto i difensori Stefani e Altobello, gli esterni Benvenga e Donnarumma, i centrocampisti Damonte, Vincenzo Pepe e Nigro (in sostituzione del cugino Maiorano, passato al Catanzaro) e la punta venezuelana Gustavo Paez. Il vero grande colpo di mercato è rappresentato dall’esperto attaccante croato Sasa Bjelanovic, ex di Como e Lecce in massima serie. La squadra giallorossa arriva ancora in ritardo di preparazione atletica nella prima uscita stagionale, la sfida di Tim Cup a Pontedera: 3-1 per i toscani ed immediata eliminazione (il primo gol stagionale del Messina è firmato da Vincenzo Pepe su calcio di punizione).
Prima partita della stagione 2014-15 a Barletta: sconfitta per 1-0 con un gol di Floriano a dieci minuti dalla fine. Alla seconda giornata nuove grane per il San Filippo: il prefetto Stefano Trotta segnala delle lacune nell’impianto di videosorveglianza e decide di chiudere lo stadio per la gara con la Lupa Roma. Dopo una corsa contro il tempo l’impianto viene riaperto per i soli abbonati: la sfida termina per 2-2 con una rimonta del Messina concretizzata da Corona negli ultimi minuti di gioco. La società decide dunque per il silenzio stampa e ufficializza l’acquisto dell’attaccante Luca Orlando (pupillo di Grassadonia a Salerno ed a Pagani) nella settimana che precede il derby dello Stretto (il 12 settembre, in notturna), nuovamente in scena dopo quasi dieci anni: il Messina firma l’impresa e si impone al “Granillo” di Reggio Calabria proprio grazie ad un gol del nuovo arrivato (tacco al volo su cross di Donnarumma); la squadra è poi accolta al suo rientro a Messina da migliaia di tifosi in festa. Subito dopo il derby arriva il momento più buio dell’anno: disfatta per 5-0 al San Filippo con il Matera, sconfitta a Pagani (1-0 nel turno infrasettimanale), nuova debacle interna con la Casertana per 5-1. Grassadonia cambia modulo e passa dal 3-5-2 ad un più coperto 4-3-3; il portiere titolare delle ultime due trionfali stagioni, Ettore Lagomarsini, perde il posto in favore del più esperto Rino Iuliano, Bjelanovic resta fuori per due mesi a causa di infortuni muscolari. Il Messina, da qui in poi, vince solo due partite: con il Lecce (3-1 in rimonta) e con il Lamezia (1-0 il 18 ottobre), prima di inanellare una lunga serie di pareggi e sconfitte. Ultime due gare dell’anno con il Benevento (1-1 interno dopo una nuova problematica legata al San Filippo risolta solo in extremis) e con la capolista Salernitana (sconfitta per 1-0 all’“Arechi”). L’ultimo colpo di scena lo regala il direttore sportivo Fabrizio Ferrigno, con i Lo Monaco sin dai tempi di Milazzo, che lascia il Messina per approdare al Pisa (opportunità poi incredibilmente sfumata): arriva in riva allo Stretto Danilo Pagni, incaricato dalla proprietà di ricostruire la fiducia di una squadra che chiude l’anno solare in zona playout. Il resto è cronaca di questi giorni, in attesa della riapertura ufficiale del calciomercato e con il Messina pronto a cambiare volto per conquistare in primavera quella tranquilla salvezza fissata da Lo Monaco come obiettivo stagionale: la permanenze in Lega Pro, dunque, in attesa di scoprire, dopo il 30 giugno, quali saranno le premesse per programmare un futuro che veda il Messina nuovamente protagonista di stagioni ambiziose e vincenti.
Domenico Colosi