di Carmelo Caspanello (montaggio Matteo Arrigo)
La prima fase del processo sinodale della Chiesa cattolica a livello universale (“Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione, missione”), quella dell’ascolto, si è conclusa con la pubblicazione dell’“Instrumentum laboris”. Il documento è frutto del materiale raccolto, sintesi delle relazioni finali delle assemblee continentali. Si apre adesso la seconda fase. I riflettori sono puntati sulla XVI Assemblea generale ordinaria del sinodo dei Vescovi che si svolgerà in due sessioni, distanziate tra loro di un anno: la prima dal 4 al 29 ottobre 2023, la seconda nell’ottobre 2024. Con il cardinale Mario Grech, segretario generale del Sinodo dei Vescovi abbiamo dialogato sul percorso sinodale iniziato nell’ottobre del 2021 e sin qui svolto. Ma anche sulle aspettative del Sinodo e di come influirà sul cambiamento della Chiesa universale.
Eminenza. Sinodalità significa ascoltare. Conoscere l’uomo. Ha detto che ha molto da imparare dalle visite alle chiese locali, dal dialogo che si instaura. Qual è la sua considerazione, maturata ne percorso sinodale sin qui svolto?
“Camminando insieme possiamo fare un pezzo di strada che altrimenti non potremmo nemmeno sognare. Delle volte vediamo dinanzi a noi delle sfide che ci fanno perdere il coraggio. Ma quando ci mettiamo insieme, ognuno secondo la sua chiamata e il suo ministero, possiamo fare miracoli. Questa è la Chiesa sinodale, in cui c’è spazio per tutti”.
La Chiesa sinodale è sinonimo di Missione. Come si può essere efficaci oggi?
“Sinodalità e Missione sono due facce della stessa medaglia. Una riflessione sulla Chiesa sinodale non è autoreferenziale ma una riflessione che impegna tutta la comunità ecclesiale per la Missione: una Chiesa sinodale per annunciare il Vangelo all’uomo di oggi”.
Fervono i preparativi per l’Assemblea dei Vescovi dell’ottobre 2023, tra speranze, obiettivi e critiche che sin qui non sono mancate e che reputa preziose. Cosa si aspetta dall’Assemblea?
“Iniziamo la riflessione su tutto quello che abbiamo ascoltato dal Popolo di Dio. I Vescovi, che hanno questa responsabilità, di fare il discernimento finale, potranno insieme aiutare il popolo di Dio a conoscere bene la volontà del Signore per la Chiesa di oggi”.
Quel è il contributo del Sinodo alla Chiesa?
“Se il Sinodo ci aiuterà a sostenere questa dimensione sinodale ad ogni livello della Chiesa (intendo dire cominciando dalle Parrocchie, dalle Diocesi fino alla Chiesa universale) questo sarà un passo importante in una direzione che ci apre il futuro”.
Ha chiesto di mettere in campo incertezze, perplessità e timori, in quanto il Sinodo è casa Paterna e Materna. Una Casa, la Chiesa, in cui non mancano temi scottanti di grande attualità. Ci sarà spazio per questi temi nell’Assemblea di ottobre?
“Certo. La Chiesa vive nell’oggi. E noi dobbiamo cercare di dare anche delle risposte alle domande dell’uomo contemporaneo. Altrimenti la Chiesa, il Vangelo, perde la sua rilevanza nel mondo di oggi”.
Il Sinodo sta coinvolgendo tutti i battezzati, sta permettendo di sentire tutti. Ma lei ha più volte ha ribadito che “il Sinodo non è un percorso democratico”, che la Chiesa è gerarchica (in questo contesto si inserisce la questione dell’autorità e del suo esercizio all’interno di una Chiesa Sinodale), lanciando la provocazione di evitare un voto che possa creare una maggioranza ed una opposizione. Qual è la linea?
“La Sinodalità è una partecipazione di tutti nell’attualità: non c’è un Vescovo senza un gregge e non c’è un gregge senza il Pastore. Oggi nessun Vescovo può sognare di governare la Chiesa da solo. Così, la fase dell’ascolto, aiuta anche il Vescovo a prendere delle decisioni con la partecipazione di tutti”.
Come, i laici e le donne, sono protagonisti del Sinodo e della Chiesa? Qual è il percorso formativo e permanente per il Popolo di Dio?
“Le donne sono già parte essenziale della Chiesa. Certamente la Chiesa deve creare più spazi per le nostre sorelle. Il genio della donna, in modo particolare nella riflessione teologica, può aiutare molto”.
Come sta cambiando la Chiesa? In Europa diminuiscono i sacerdoti. Ed anche i fedeli… Come lo immagina il futuro?
“La Chiesa non è solo in Europa, è in tutto il mondo. Personalmente ho fatto esperienze in Asia, in Africa, per fare degli esempi, e lì ho visto delle assemblee che comunicano la passione per la Chiesa, la volontà di annunziare il Vangelo. Forse l’Europa, che in passato ha evangelizzato il mondo ha bisogno di nuovi evangelizzatori. Ma partiamo dal Sinodo. Può essere il punto di rinascita per l’Europa, che può trovare una forza innovatrice per un mondo nuovo”. (Allegata all’articolo l’intervista video integrale al cardinale Grech)