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Spettacolare onda orografica nei cieli dello Stretto visibile da Sicilia e Calabria

METEO – Come anticipato in questo articolo, in queste ore, un’aria piuttosto mite, spinta da venti di libeccio e intensi in quota, sta interessando la Sicilia. Domani sul Catanese e Siracusano ci saranno massime giornaliere di oltre +20°C +21°C, quasi un clima primaverile, grazie alle correnti libecciali. Ma come detto sarà un rialzo termico temporaneo che precede l’arrivo della perturbazione che domenica porterà piogge e rovesci.

In queste ore l’intenso flusso occidentale in quota, interagendo con l’Etna, i Peloritani e l’Aspromonte, sta generando una serie di spettacolari nubi lenticolari che al tramonto hanno colorato l’atmosfera di rosso (grazie alla rifrazione degli ultimi raggi di sole sui microscopici cristalli di ghiaccio presenti alla base di queste nubi).

Il loro sviluppo

Queste nubi, dall’aspetto lenticolare, si formano in presenza del fenomeno dell’”onda orografica”, che in queste ore si sta vedendo sia sul massiccio montuoso dell’Aspromonte, che in corrispondenza dell’Etna e del settore più meridionale dei Peloritani (i rilievi più alti, alle spalle di Taormina e Letojanni).

La foto di Nico de Natale scattata dalla zona Sud di Messina.

L’onda orografica viene prodotta da intense turbolenze che hanno interessato l’intera colonna d’aria sovrastante, sopra il crinale di un rilievo imponente. Le onde orografiche non sono altro che delle ondulazioni in un flusso d’aria che incontra una barriera montuosa, e possono estendersi per alcuni chilometri al di sopra del rilievo, rappresentando la presenza di aree con forti turbolenze, insidiose per l’aviazione.

Forti venti da Ovest le hanno generate

L’intenso flusso occidentale in quota impattando contro le Serre, la cima dell’Aspromonte, e l’area sommitale dell’Etna e della Montagna Grande (Peloritani) ha originato delle onde d’aria che si sono rapidamente propagate verso l’alto nella parte sopravento, coinvolgendo la colonna d’aria sovrastante. Stavolta il fenomeno è risultato più intenso ed esteso del normale, sopra l’Appennino Calabrese, a causa delle forti turbolenze che si sono venute a creare in seno alle sostenute correnti dai quadranti occidentali che scorrono in quota, dal Tirreno allo Ionio.

A differenza di quanto osservato sull’Etna, gli altocumuli lenticolari (si chiamano così visto la loro particolare forma simile ad una lente), che si sono formati sopra le montagne calabresi, si sono disposti uno sull’altro, su vari livelli. Il tutto producendo delle insolite formazioni nuvolose ben visibili in tutta l’area dello Stretto di Messina e da buona parte della Sicilia orientale. La distribuzione delle nubi lenticolari su vari livelli dipende sostanzialmente dall’alternanza di strati di aria umida a strati di aria più secca alle varie quote.

Ciò è stato favorito anche dalla particolare conformazione dei rilievi calabresi che si ergono dal basso verso l’alto, fino a superare i 1200, con valori vicino i 2000 metri in corrispondenza della vetta dell’Aspromonte. Una quota più che sufficiente per influenzare in modo diretto l’andamento dei flussi nella medio-bassa troposfera. A volte queste turbolenze si possono estendere oltre i 5/6 km di altezza. La nube rimarrà stazionaria fino a tutta la nottata prima di dissiparsi domani, non appena vengono meno tutte quelle condizioni che le hanno generate.