MESSINA – La spiaggia per naturisti a Capo Rasocolmo, istituita dal commissario straordinario del Comune di Messina Leonardo Santoro con una recente ordinanza, ricadrebbe su un’area privata. Lo sostiene il titolare dalla Tenuta Rasocolmo, Francesco Giostra Reitano, che ha inviato a Palazzo Zanca una diffida via Pec, chiedendo la revoca del provvedimento.
L’ordinanza di Santoro era arrivata a sorpresa nei giorni scorsi, “nelle more – ha spiegato il commissario – che la Regione Siciliana e/o lo Stato procedano a disciplinare la pratica del naturismo nonché il Piano di utilizzo del demanio marittimo sia ufficialmente in vigore”. Sì, perché in Italia la pratica del naturismo non è disciplinata da alcuna normativa di riferimento, sebbene diverse Regioni, sulla scorta di numerose sentenze della Cassazione, abbiano consentito la pratica naturista in tratti di litorale balneare, fluviale e lacustre. A Messina, il gruppo del Partito Democratico in Consiglio comunale aveva presentato, lo scorso febbraio, una proposta di deliberazione di indirizzo per individuare una spiaggia naturista nell’area di Capo Rasocolmo – San Saba. La mozione era stata poi approvata il 3 marzo scorso con 12 voti favorevoli su 19 consiglieri presenti. Il commissario Santoro, nell’ordinanza firmata il 20 maggio, ha evidenziato che l’area individuata, per la stagione balneare 2022, per l’esercizio del naturismo, ove essa è storicamente effettuata, si trova nel tratto finale della spiaggia di San Saba, oltre le “montagne di sabbia”, in località Capo Rasocolmo, prevedendo tutti gli accorgimenti tecnici di individuazione e delimitazione, con apposita cartellonista, onde renderla individuabile a chiunque si accingerà a frequentare quel tratto di litorale”. La spiaggia per naturisti è individuata come da planimetria allegata al Pudm e indicata con IA e retino.
L’ordinanza del commissario ha colto di sorpresa l’imprenditore Francesco Giostra Reitano, che da tempo si batte per la valorizzazione dell’area di Capo Rasocolmo, “un sito – spiega – di interesse naturalistico, storico e geologico internazionale, con un potenziale turistico ancora inespresso”. Appresa la notizia, Giostra Reitano ha inviato una diffida al commissario Santoro: “Mi è d’obbligo portare a sua conoscenza che la suddetta area ricade in proprietà privata della nostra famiglia, di cui il sottoscritto è affittuario unico e sulla quale ha avviato da anni una rilevante attività vitivinicola ed enoturistica”. La proprietà ribadisce di non essere contraria all’istituzione di una spiaggia per naturisti ma con regole certe e in piena sicurezza. Un intendimento già ufficialmente reso noto nel corso di una riunione tecnica avvenuta lo scorso anno, ad agosto, alla presenza dell’ex assessore Dafne Musolino, del Demanio marittimo, della Polizia municipale, del circolo Arcigay, di un’associazione naturista e di alcuni residenti nell’area in questione. Giostra Reitano, con l’ausilio delle forze dell’ordine, era già dovuto intervenire la scorsa estate per apporre i sigilli ad una costruzione abusiva (nella foto) costruita da ignoti a ridosso di un’antica torretta normanna. “Comprenderà la nostra sorpresa – scrive adesso al commissario Santoro – nell’apprendere che la nostra proprietà è stata dichiarata obtorto collo “spiaggia nudista o naturista” dall’istituzione pubblica. La invito quindi a provvedere al ritiro dell’ordinanza e resto a sua disposizione per ogni chiarimento in merito”, conclude l’imprenditore.