cronaca

Sponsorizzazioni alla Top spin, processo per tutti

Ci sarà il processo per funzionario della direzione provinciale dell’Agenzia delle Entrate di Messina, Roberto Gullo e due commercialisti, Antonino D’Andrea e Dario Grussu, coinvolti nell’inchiesta della Guardia di Finanza sulle sponsorizzazioni alla Top Spin, la squadra di tennis tavolo che vedeva Gullo tra i dirigenti. I titolari dell’indagine, la procuratrice vicaria Rosa Raffa e la sostituta Francesca Bonanzinza hanno chiesto il rinvio a giudizio per i tre e altri sei imputati e la giudice per le indagini preliminari Claudia Misale ha accolto la richiesta. Il processo di primo grado comincerà per loro il prossimo 5 novembre davanti al Tribunale. E’ in quella sede, nel confronto dibattimentale, che adesso gli imputati si difenderanno dalle ipotesi d’accusa.

Processo per professionisti e dirigenti sportivi

In estrema sintesi secondo l’Accusa vi era una sorta di “sistema” che il funzionario dell’Agenza delle Entrate adoperava per ottenere finanziamenti per la Top Spin, la società sportiva di tennis tavolo che lo vedeva nella dirigenza insieme a Giorgio e Giuseppe Quartuccio, padre e figlio. Sistema che passava attraverso i alcuni commercialisti delle società che per problematiche di vario genere si rivolgevano a Gullo per superare criticità nelle pratiche con l’Agenzia delle Entrate. Proprio un rappresentante di una di queste società, cliente di D’Andrea, ha denunciato tutto ai finanzieri, che intercettando le conversazioni di Gullo e dei consulenti avrebbero trovato conferma della denuncia.

Tutti i nomi

Questa la tesi degli inquirenti, che ora andrà al vaglio del Tribunale. Insieme ai tre e ai Quartuccio sono indagati anche gli imprenditori Leone e Pietro Mondello, i titolari di due attività economiche Simona Pagano e Francesco Vinci. A difenderli ci saranno gli avvocati Giovanni Caroè, Nunzio Rosso, Giuseppe Lo Presti, Antonella Russo e Filippo Marchello Siracusano, Nino Favazzo, Salvatore Silvestro, Annalaura Muscolino e Diego Foti.

Se la domanda finisce nello spam

Parti offese nel processo, insieme all’Agenzia delle Entrate, c’è anche l’imprenditore del settore giochi e scommesse che nel 2021 denunciò. Aveva richiesto un contributo ristoro covid 19, ha raccontato, contributo che non era arrivato perché l’Agenzia delle Entrate aveva bloccato la pratica. Con il contributo in ritardo, l’imprenditore è stato costretto a sobbarcarsi un prestito. Intanto ha chiesto chiarimenti sia al suo commercialista che all’Agenzia delle Entrate, sentendosi rispondere che la lavorazione della pratica era rimasta bloccata perché la domanda, inoltrata telematicamente come ormai previsto come regola, era “finita nello spam”.