Ennesimo dietrofront in casa Acr Messina. E’ stata infatti annullata la conferenza stampa convocata per domani alle 10 alla Provincia. Alla base del nuovo rinvio “motivi personali” della dirigenza. Contestualmente la proprietà ha voluto fare sapere che «continua il lavoro avviato per l’iscrizione della squadra al prossimo campionato» e che «si lavora sotto traccia per raggiungere gli obiettivi prefissati». Ancora un passo indietro dunque, che priva nuovamente di un contatto diretto il gruppo reggino dall’ambiente calcistico peloritano.
Conferenza stampa che sarebbe stata “conferenza fantasma”. Fantasma, un po’ come la proprietà dell’Acr Messina negli ultimi mesi. Un incontro che doveva farsi ma che nessuno aveva ancora ufficialmente annunciato. Non una nota, né una mail, né un fax. La conferma era arrivata da palazzo dei Leoni: prenotata per domani mattina l’ex sala giunta, dalle 10-10.20 in poi. Al di là degli aspetti formali e organizzativi, che comunque hanno ovviamente la loro importanza, la missione per il gruppo reggino resta fortemente in salita: un’iscrizione da formalizzare in tempi ridottissimi; pendenze e debiti da saldare con calciatori, dipendenti e fornitori; uno strappo con il Comune da ricucire, in primis per potere riottenere la concessione del San Filippo, che potrebbe essere destinato anche all’Amatori Rugby; e poi ancora i rapporti incrinati con i tifosi, che non credono e non voglio più ascoltare promesse non mantenute, le ennesime dopo quelle incassate dai vari Di Lullo, Di Mascio, Santarelli. I sostenitori giallorossi chiedono una società seria e una svolta definitiva. L’impressione è che non siano più disposti a tollerare un altro campionato interlocutorio, a combattere ancora con le emergenze sportive. Ecco perché alcuni, qualora dovesse profilarsi un nuovo salvataggio in extremis, pronto a trasformarsi in agonia, preferirebbero la definitiva morte calcistica del club.
Le notizie che giungono da Reggio sono sempre tese a rasserenare. Martorano e soci continuano a rimarcare la propria volontà di andare avanti. Ma oltre al presente è giusto a pensare al futuro, capendo se garantire una presente a questa società possa voler dire garantirgli un futuro che fino ad oggi nessuno è stato in grado di programmare. Iscrivere la squadra, fare un altro sacrificio per poi dire “adesso chi ci tiene all’Acr si faccia avanti”, sarebbe troppo facile. Anche perché le sorprese sono sempre dietro l’angolo, un angolo così buio da non vedere nemmeno cosa c’è in fondo. (Emanuele Rigano)