Sono più di cento, rigorosamente sigillate nell’ermetica copertura color militare e accatastate alla meno peggio all’interno del deposito della Palestra Comunale di Mili San Marco.
Si trovano in quel luogo angusto da ben 4 anni e rappresentano, senza se e senza ma, uno dei grandi sprechi del Dipartimento Protezione Civile Nazionale.
Sono brandine, complete di materassi, lenzuola, cuscini e coperte, a cui vanno ad aggiungersi (in un altro deposito sempre all’interno della palestra) vestiti e latte in polvere scaduto nel 2010.
Molte delle coperte sono ancora nuove, incellofanate e mai utilizzate.
La storia di questa anomala vicenda risale al tragico 1 ottobre 2009, giorno in cui l’alluvione che devastò Giampilieri, Scaletta e i paesini limitrofi, causò la morte di 37 persone.
Il dispiegamento di forze locali, regionali e nazionali che seguì quell’evento fu enorme. Il dipartimento di Protezione Civile Nazionale individuò nella Palestra Comunale di Mili il luogo dove collocare sia il centro coordinamento sia il centro ammassamento materiale.
Proprio lì, nei giorni successivi all’alluvione, furono sistemate le brandine ed i materassi pronti ad accogliere uomini, donne e bambini rimasti ormai senza più una casa.
Famiglie intere che, in quel palazzetto, rimasero per mesi, finchè l’emergenza finì ed ogni cosa fu sgomberata e riconsegnata.
Tutto, tranne quelle brandine, quei materassi, quei cuscini e quel latte in polvere che rimasero lì a marcire per settimane, mesi, anni.
Sprechi. In 4 anni Messina avrebbe potuto utilizzare quel materiale in situazioni emergenziali, e non, di diverso tipo.
Solo pochi giorni fa la nostra città ha accolto 80 profughi provenienti da Pozzallo. Giorni di confusione, attesa, incertezza ma soprattutto giorni di innumerevoli appelli della Croce Rossa affinché venisse fuori il buon cuore dei messinesi.
Servivano cuscini, lenzuola, coperte (quelle racimolate erano esse stesse dono dei cittadini, come sottolineato dal presidente provinciale CRI Grazia Costa) ma, soprattutto, servivano materassi di modo che gli accolti potessero dormire più comodamente.
Ma materassi non ve n’erano, lì, al Palanebiolo. Però c’erano a Mili, nella palestra comunale, a disposizione della Protezione Civile.
Come mai nessuno ha pensato ad utilizzare quel materiale?
“Quelle cose sono rimaste nella palestra di Mili perché nel nostro deposito non c’era spazio – è stata la spiegazione di Bruno Manfrè, capo del Dipartimento della Protezione Civile di Messina – e non le abbiamo impiegate al PalaNebiolo perché ancora dovevano essere sistemate e catalogate. Avevamo altre brandine da utilizzare, ma adesso che abbiamo un nuovo deposito sposteremo tutto il materiale lì e lo metteremo a disposizione della città”.
Peccato che siano solo passati 4 anni e il latte sia già scaduto.
Veronica Crocitti
@VCrocitti