Dopo aver scoperto (vedi notizia correlata) che in un deposito della Palestra comunale di Mili San Marco, per quattro lunghi anni, erano rimaste a marcire brandine, materassi, cuscini, lenzuola e latte in polvere scaduto, l’indignazione della popolazione messinese è esplosa in tutta la sua rabbia.
Cittadini, associazioni, volontari e singoli che, attraverso commenti e note, hanno voluto manifestare pubblicamente amare riflessioni su quello che è stato definito come uno dei tanti sprechi della Protezione Civile Nazionale.
“Rimaniamo sconcertati da quello che abbiamo appreso, da come è stata gestita la situazione – afferma Corrado Manganaro, Presidente del Comitato Giampilieri – perché tutto quel materiale sarebbe potuto servire. Come sempre, non c’è stata la dovuta attenzione nel curare l’emergenza di Giampilieri. Mentre la nostra gente soffriva e aveva bisogno, quelle cose venivano abbandonate in un deposito”.
Non tanto le brandine, come sottolinea Manganaro, “poiché molti degli alluvionati furono poi ospitati e sistemati negli alberghi. Ma il latte, quello è davvero uno spreco. Noi, con i nostri soldi, abbiamo comprato diversi generi alimentari, soprattutto latte per quegli extracomunitari che avevano bambini piccoli. Scoprire che invece loro, il latte lo hanno fatto scadere, è abominevole”.
Ma la rabbia di Manganaro va oltre e tocca uno degli altri punti dolenti, ossia la messa in sicurezza del territorio.
“Il cantiere va a rilento – ammette Manganaro – considerando che i lavori sono cominciati nel 2010 e ancora non sono terminati. Stiamo preparando una protesta perché qui esiste una situazione assurda. Interpelleremo, se necessario, anche il Presidente Rosario Crocetta”.
La vicenda riguarda la firma di indennizzi.
A Giampilieri è necessario che venga realizzato un canale fugatorio previo l’abbattimento di alcune case. “Il problema – conclude Manganaro – è che alcuni proprietari hanno avuto un indennizzo, altri no. E, giustamente, questi ultimi non fanno abbattere nulla se non prima ricevono le firme da parte del Dipartimento di Protezione Civile Nazionale. Non capiamo cosa stiano aspettando, speriamo non altri 4 anni”.
Veronica Crocitti
@VCrocitti