Ristrutturato, mai attivato e smantellato. La storia del padiglione B del Margherita

La notizia era nell’aria, ma l’interessamento dell’assessore regionale alla Sanità, Lucia Borsellino, lasciava sperare in un epilogo diverso. Macché. L’assessore ha piuttosto ufficializzato quanto si temeva. Altro che Punto Territoriale d’Emergenza con polo radiologico d’eccellenza nel ristrutturato padiglione B del Margherita. L’ex ospedale, chiuso dal 1999 e abbandonato in condizioni pietose, è destinato a restare tale, anche dopo che sono stati spesi un paio di milioni per realizzare un progetto interessante che avrebbe ridato vita in ambito sanitario quantomeno ad una parte dell’ex nosocomio.

Il padiglione B è nuovo, pronto con tanto di macchinari ad ospitare il previsto Punto Territoriale d’Emergenza. Che non ci sarà. Anzi, la risonanza magnetica ad alto campo, necessaria per identificare eventuali patologie oncologiche, neurologiche o cardiovascolari, verrà trasferita all’ospedale “Cutroni Zodda” di Barcellona. Non che l’ospedale di Barcellona non ne abbia bisogno, ma che senso ha spendere milioni di euro per ristrutturare un padiglione destinato ad accogliere un polo d’eccellenza per poi farvi un semplice ambulatorio? Per farlo, tra l’altro, si utilizzerà una risonanza magnetica a basso campo, che può diagnosticare solo patologie minori e che verrà prelevata dal poliambulatorio di via del Vespro, anch’esso “spogliato” di una sua apparecchiatura.

A settembre, poi, un altro servizio pubblico del Sistema Sanitario Nazionale andrà via dal Margherita. Verrà spostato al Mandalari il Sert, il Servizio per le Tossicodipendenze.

Sull’ex ospedale Margherita, insomma, negli anni, sono state sprecate parole, progetti e soldi. Cambiano i governi regionali ma il risultato è sempre lo stesso. Un patrimonio importante che potrebbe essere riutilizzato, in primis in ambito sanitario, a servizio della collettività, resta sempre più abbandonato.