I nomi erano già stati ufficializzati sabato, oggi la squadra al completo di Felice Calabrò ha fatto la sua prima uscita pubblica. Otto assessori per il candidato di centro-sinistra che, al contrario di quanto si era ipotizzato nei giorni scorsi, non ha coperto le ultime tre deleghe assessoriali con esponenti dei partiti (Solo Consolo è espressione diretta dell’ Udc, nelle cui fila è stato eletto consigliere comunale) . Una giunta di tecnici quella di Felice Calabrò che anche oggi ha ribadito di aver puntato su competenza e qualità. Ma, sottolinea l’aspirante primo cittadino, “una giunta così tecnica non rappresenta certo il fallimento della politica, l’antipolitica la lascio ad altri”.
Egidio Bernava, Maurizio Lanfranchi, Carmen Currò, Franco Cardullo e Matilde Mulè erano già stati presentati prima del voto del 9 e 10 giugno. Le new entry che sono andate a completare la rosa sono la preside dell’Istituto Antonello Elvira D’Orazio, il cardiologo ed ex guardalinee internazionale Andrea Consolo e l’avvocato Salvatore Versaci. Pronte anche le deleghe per gli 8 che accanto a Calabrò dovranno amministrare Palazzo Zanca. A Bernava andrà cultura e spettacolo, l’architetto Cardullo si occuperà di città e architettura, per Lanfranchi sviluppo e marketing territoriale, Carmen Currò alle politiche sociali e diritti di cittadinanza, Matilde Mulè alla riorganizzazione della macchina burocratica e partecipate, Elvira D’Orazio gestirà le politiche scolastiche, Versaci i contenziosi legali, Consolo sport e ambiente. Sotto queste “etichette” ci saranno molte altre competenze legate ad ogni singolo settore, Calabrò ha deciso di tenere nelle sue mani trasporti e mobilità e la scottante delega al bilancio perché, spiega, “devo risanare i conti della mia città”.
Oggi l’unica assente era il vice Prefetto Matilde Mulè, un’assenza che naturalmente non è passata inosservata. “Non è presente per discrezione istituzionale” ha spiegato Calabrò, ma le voci di corridoio che si inseguono in questi giorni dicono che questo potrebbe essere il primo assessorato che salterebbe subito dopo il voto. Ma c’è di più. Oggi il candidato sindaco ha parlato dell’ipotesi di allargare la sua squadra portando a 10 il numero dei suoi assessori. A chi fa subito riferimento all’ormai ex Presidente della Provincia Ricevuto che nei mesi scorsi fece lievitare la sua giunta portandola a quota 15, Calabrò risponde subito che è lontano anni luce da quel modus operandi. L’ipotesi è infatti di aggiungere altre due figure semplicemente riducendo le indennità degli altri 8 assessori spalmandole sui 10. Dall’altro lato Renato Accorinti e i suoi hanno già annunciato che ridurranno le indennità per creare un Fondo di solidarietà per il lavoro. “Becero populismo” risponde Calabrò, che annuncia sorprese che gli avversari neanche immaginano. E agli attacchi che arrivano dall’altra parte il candidato sindaco parla ancora una volta di cattiverie su cattiverie, “io ho altro da fare e a cui pensare, vivono sul rancore e sull’astio e tutto questo è davvero pericoloso”. Il riferimento è soprattutto a chi ieri, durante la conferenza stampa nel quartier generale di Cambiamo Messina dal basso, ha parlato di iscritti alle liste massoniche tra gli uomini di Calabrò. “Non ho pregiudizi, non fanno parte della mia persona”, semplicemente questo il commento che arriva dal comitato elettorale di via Primo Settembre.
La parola è poi passata agli aspiranti assessori. Bernava ha parlato dell’importanza di ricostruire un rapporto con i cittadini e del teatro Vittorio Emanuele, che tra l’altro conosce molto bene per essere stato Presidente. “Il Comune potrà fare tanto per aiutare un teatro che da anni non produce più cultura, la mia idea è di creare una Fondazione Teatro Vittorio Emanuele”. Lanfranchi e Cardullo hanno parlato di progettazione e di fondi europei attraverso la creazione di un ufficio apposito, uno sguardo da parte di tutti al ruolo che dovranno avere dirigenti e personale. “Ci vuole un’operazione di moralizzazione all’interno di Palazzo Zanca”, ha sottolineato Lanfranchi, gli ha fatto eco Versaci secondo il quale “tutti dovranno rimboccarsi le maniche e rispondere ai cittadini”, per Consolo “la politica dovrà essere la prima a dare il buon esempio, non ci sono più scuse, bisogna ricostruire la speranza”. Elvira D’Orazio è pronta a lavorare creando una “forte rete di alleanze con il territorio”, Carmen Currò annuncia che “non ci saranno sconti per nessuno, soprattutto per chi pensa di poter continuare a non fare nulla per la città”.
In chiusura Calabrò, stuzzicato dalle domande dei giornalisti, ha ribadito di avere dei dubbi sul fatto che Accorinti sia il nuovo. “Sicuramente è nuovo alla disponibilità ad occuparsi in maniera diretta di politica, ma dietro di lui vedo molta oscurità. Da questo lato c’è una persona che di amministrazione ne capisce e tante professionalità pronte a spendersi”. Felice Calabrò dunque punta tutto sulla capacità e sulla competenza, sulla certezza di avere alleati a Palermo e a Roma e ancora una volta e sulla certezza di essere l’uomo giusto per Messina.
(Francesca Stornante)