Cara giunta Accorinti, è certa stampa che vi scrive.
E’ difficile sapere da dove cominciare quando un’intera amministrazione si scaglia contro i giornalisti per coprire i propri errori o le proprie debolezze. E’ difficile trovare le parole giuste quando si punta il dito contro chi ha semplicemente fatto il proprio lavoro, che è quello d’informare. Ma quel che credevamo fosse impossibile è che ad attaccarci sarebbe stata l’amministrazione che dichiara di basare il suo operato sulla partecipazione, sulla condivisione, sulla democrazia partecipata, sul dialogo.
Non ci offende essere definiti certa stampa da un’amministrazione che è convinta di essere stata Unta dal Signore. Renato Accorinti è stato acclamato sindaco dalla folla e dalla maggioranza dei messinesi ed ha il diritto e il dovere di governare per i prossimi tre anni. Allo stesso modo la stampa ha non solo il diritto ma il sacrosanto dovere di informare su quanto accade nel Palazzo, piaccia o non piaccia, sia che governi Dracula o che governi San Francesco. Sappiamo che è dura essere sottoposti al giudizio degli altri, soprattutto se si è convinti di essere infallibili,ma nel momento in cui si entra nelle stanze del Potere si deve mettere in conto che, esattamente come tutti gli altri in passato, non si é più dall’altra parte della barricata. Non esiste un’impunità a prescindere da tutto. L’essere persone oneste e perbene non equivale al saper amministrare impeccabilmente o all’essere immuni dalle critiche. Per quanto ci riguarda non abbiamo mai cambiato atteggiamento nei confronti di chi è al potere e basta leggere i nostri pezzi, sia passati che attuali. Probabilmente questi dettagli saranno sfuggiti alle vostre letture ( a voi o a chi riferisce). Non ci hanno mai spaventato le minacce né abbiamo mai ceduto alle lusinghe.
Ci scuserà questa giunta d’intoccabili se continueremo a raccontare quanto accade nel Palazzo. E’il nostro vizio. Riteniamo sia un dovere nei confronti dei lettori raccontare se l’assessore in pectore è il cognato del capo di gabinetto nonché cugino del vicesindaco. Riteniamo sia un dovere dire che 4 assessori su 8 sono legati allo stesso gruppo “Piccola Comunità Nuovi Orizzonti”. Altrettanto doveroso informare come, dopo una serie di addii di esponenti di Cambiamo Messina dal basso la nomina di Elio Conti Nibali diventa terreno di scontro con una giunta sempre più sola ed isolata. Questo non è CUTTIGGHIO, non rappresenta il male che abbiamo dentro, come dichiara Accorinti. Queste per noi sono notizie, sono fatti reali. Lo sarebbero state se a nominare assessore un parente di un altro assessore fosse stato Buzzanca o Leonardi, lo sono se lo fa Accorinti, lo saranno se lo farà San Francesco. Le notizie hanno il brutto vizio di essere notizie e non cambiano colore se i protagonisti sono peaceandlove. Accorinti dichiara: “Elio Conti Nibali è mio amico da quando avevamo 9 anni, lo conosco da una vita, per questo l’ho scelto come assessore, ha condiviso con me tutto il percorso”. Poco dopo nel ricordare, qualora ce lo fossimo dimenticato per un nanosecondo “queste pareti grondano di tutte le cose fatte da chi c’era prima- aggiunge- Una volta si nominavano gli amici. Ora no, noi abbiamo un altro stile. Fatevene una ragione”.
Noi, che siamo certa stampa, non riusciamo a capire perché per il sindaco c’è una profonda differenza tra il suo metodo “conosco Conti Nibali da 50 anni è amico mio” e il metodo adottato da quanti lui accusa “prima nominavano gli amici”. E’ chiaro che quellidiprima hanno solo stuoli di amici inguardabili e innominabili ma quanto a metodo, non se ne vede la differenza. Non c’è differenza tra scegliere all’interno di una coalizione o all’interno del cerchio magico (ci scuserà questa giunta ma si chiama così, in tutta Italia, la rosa ristretta entro la quale un leader sceglie i suoi uomini e dirigenti). Così come non c’è differenza tra le riunioni tra partiti in vista di un rimpasto, con tanto di proteste e manuale Cencelli, e i mal di pancia di CMdb perché viene scelto un rappresentante di Indietrononsitorna. Potete chiamarlo Cencelli dal basso, con altri nomi al posto dei partiti, ma nel momento in cui si fanno delle scelte, si avviano consultazioni, assemblee, confronti, si tratta di decisioni politiche e come tali vanno considerate. Un monocolore, sia pure spirituale, sia pure tra amici di vecchia data, dal momento in cui è una giunta che amministra una città non è più un fatto privato ma pubblico e come tale deve essere trattato. Non si può pensare di amministrare, prendere decisioni politiche e poi pretendere di non essere giudicati MAI. E soprattutto non si comprende in base a quale logica i lettori non debbano sapere nulla. Può darsi che ai lettori piacciano tutti gli amici d’infanzia di Accorinti e detestino i compagni di scuola di Buzzanca (anzi, sicuro). Ma devono essere messi nelle condizioni di conoscere le notizie.
Spiacenti, a noi non piace la logica che vuole due pesi e due misure, la morale che vale solo per gli altri, quella per cui se le cose le facevano gli altri sono sporche brutte e cattive a prescindere e se le fa la giunta Accorinti profumano di santità. Le consultazioni non le ha inventate Accorinti. Il rimpasto ha lo stesso nome sia quando lo fa Crocetta che quando lo fa Accorinti e noi lo scriviamo.
Quindi, caro Accorinti sì, da tempo ci siamo fatti una ragione che voi avete un altro stile, che è quello degli intoccabili. Fatevi una ragione che per noi non ci sono “caste” di toccabili o intoccabili. Per noi è una notizia se un sindaco sceglie come esperti due coniugi e se uno dei due lavora per Feluca e insieme agli altri di Feluca viene assunta all’Amam. Abbiamo pubblicato l’elenco degli esperti di Buzzanca e lo aggiornavamo di mese in mese (peraltro senza trovarci coniugi né imparentati). Perché dovremmo tacere adesso? Se le figlie degli assessori Mantineo e De Cola partecipano al bando per il Piano giovani e vincono ( e poi si ritirano) per noi è notizia. Lo avremmo fatto anche se fossero state le figlie di Capone o Puglisi (ma non è accaduto). Abbiamo pubblicato nomi di tutti i parenti di Genovese coinvolti nella vicenda formazione e pubblicato le intercettazioni telefoniche della moglie di Buzzanca. Non esistono “attacchi personali” nei confronti di personaggi pubblici, esiste il diritto dei cittadini di sapere cosa succede dentro il Palazzo. A nostro giudizio non si può non parlare di conflitto d’interessi quando l’assessore all’urbanistica De Cola è uno dei progettisti più bravi e più noti a Messina. Lo avremmo detto anche se fosse avvenuto con altre giunte.
Da tempo ci siamo fatti una ragione d’aver a che fare con un’amministrazione che si considera insindacabile e che riteniamo affetta dalla Sindrome dell’Immacolata concezione.
Adesso, senza bisogno di scomodare l’art. 21 della Costituzione e la libertà di stampa, senza bisogno di scomodare la democrazia e la libertà di parola, ci auguriamo che anche questa giunta si faccia una ragione d’aver a che fare con giornalisti liberi. Piaccia o meno. Anzi, caro assessore Mantineo le rendiamo noto che non abbiamo, come dice lei “padroni”, perché non lavoriamo in una miniera e il Medioevo è finito da un pezzo. Noi abbiamo un solo padrone, pardon, editore, un solo datore di lavoro: i lettori. Fatevene una ragione.
Certa stampa ( Rosaria Brancato-Danila La Torre- Francesca Stornante)