Da rifugio sotterraneo a luogo di contemplazione e osservazione, questa la seconda vita del bunker scoperto durante i lavori di riqualificazione della Stazione Centrale di Reggio Calabria. Un bunker, risalente alla seconda guerra mondiale in cui le tracce e gli odori del tempo sono rimasti intatti. E Techné lo sceglie proprio per questo in sinergia con RFI (Rete Ferroviaria Italiana). Statio to station, un progetto che raccoglie 10 artisti per due stazioni, quelle di Reggio e Messina, progettate dallo stesso architetto Angiolo Mazzoni tra il 1937 e il 1939.
La prima “stazione visionaria” già andata in scena a Reggio Calabria, lo scorso 30 giungo, sta raccogliendo un notevole consenso di pubblico e di critica. Le opere, tutte inedite, pensate dagli artisti in uno dei periodi più drammatici per l’umanità sono esposte una ad una, simili a totem: immobili, indecifrabili, volutamente inavvicinabili.
Grazia Bono, Gianni Brandolino, Pino Caminiti, Angela Pellicanò, Felipe Perez, Francesco Petrone; Technelab e il collettivo Zeroottouno hanno “domato” le piccole stanze del bunker (stazione di Reggio) restituendo un tempo nuovo e disturbante. E opere che si fanno nuove opere nelle ombre proiettate perché l’arte è questo. Matrioske in fila che si aprono una ad una, tutte uguali, tutte diverse, tutte nuove. Linguaggi, suggestioni, messaggi indecifrabili da lasciare come testimonianze. E allora il viaggio di questa mostra davvero particolare non può che continuare ed arrivare alla sua ultima ( forse?) tappa domani pomeriggio presso la Stazione Centrale di Messina a partire dalle 18:00. Noi di Tempo Stretto, scopriremo per voi, le opere di Ninni Donato, Lucilla Ragni e Mustafa Sabbagh.