STILO – Tentata rapina e violenza sessuale nei confronti di una anziana pensionata di Stilo, una donna di 87 anni. Con queste accuse un giovane extracomunitario di 21 anni, originario della Costa d’Avorio, in Italia (è entrato da clandestino) da circa un anno e mezzo e domiciliato a Monasterace, nella Locride, da circa sei mesi, è stato arrestato dai carabinieri. Il fatto è avvenuto sabato scorso. Il giovane ivoriano, una volta introdottosi, nell’abitazione dell’anziana signora, dapprima ha tentato di derubarla, in un secondo momento poi l’ha legata ed imbavagliata, abusandone sessualmente.
La denuncia del Gruppo consiliare “Avanti Insieme”
“Una grave ed inaudita violenza che ha turbato la cittadina e l’intera Vallata dello Stilaro”. E’ stato il commento del Gruppo Consiliare di Minoranza “Avanti Insieme” del Comune di Stilo, in una nota. “Sabato 8 ottobre – prosegue sempre la nota a firma dei consiglieri Leotta e Marrapodi – sarà un giorno che resterà a lungo nella memoria di queste comunità per la violenza che ha frantumato la quiete domestica di una nostra concittadina, quasi novantenne, e la tranquillità della sua famiglia. Ad andare in frantumi sono state le certezze del vivere civile per la ferocia con la quale è stata consumata una violenza carnale su una persona anziana, malmenata e imbavagliata, in seguito al tentativo di derubarla. La circostanza che vuole autore dello spregevole gesto un giovane extracomunitario di 21 anni, originario della Costa d’Avorio, entrato in Italia da clandestino da circa un anno e mezzo, e domiciliato a Monasterace da circa sei mesi, accentua la paura e la diffidenza, non già per la naturale predisposizione a considerare sempre gli stranieri responsabili dei peggiori misfatti, ma per il susseguirsi di fatti di cronaca che sempre più svelano il volto nascosto di una politica fallimentare dell’accoglienza. Il loro girovagare senza meta e apparentemente senza obiettivi per le vie e per le contrade di queste cittadine, che hanno aderito alle proposte di ospitalità avanzate dalle Prefetture, certamente non supporta processi inclusivi anzi alimenta le distinzioni e le chiusure a riccio a difesa ognuno del proprio mondo. Nei fatti si registra tra Centri di prima accoglienza e Centri di seconda accoglienza un corto circuito che non produce né controllo e neanche accoglienza, né puramente assistenziale e men che meno integrativa. Resta solo una diffusa emarginazione nella quale trova fonte la rabbia che alimenta la violenza. Essendo prioritaria la centralità della persona, le accoglienze, le quali non possono garantire la dignità degli esseri umani, la sicurezza e l’incolumità di tutti, devono cessare! Le accoglienze devono essere regolamentate, controllate e finalizzate e i Sindaci, di concerto con le preposte autorità, devono promuovere iniziative virtuose che possano favorire la civile convivenza. Auspichiamo che venga convocato un Consiglio Comunale di solidarietà, aperto alla cittadinanza, per rassicurarla ed ascoltarla, nella consapevolezza che i fenomeni sociali necessitano di riflessione larga e condivisa”.