La goccia che ha fatto traboccare il vasoè stato l’annuncio del sindaco metropolitano Cateno De Lucache ha bloccato tutte le attività finanziarie dell’ex Provincia. Compreso il pagamento degli stipendia 840 dipendenti che da ieri sono con il fiato sospeso. Una provocazione forte di De Luca per attirare l’attenzione regionale e nazionalesul caso Messina, una mossa che però rischia di mettere in ginocchio l’anello debole della catena: i lavoratori.
Per questo oggi hanno risposto in tanti alla chiamata dei sindacati che hanno convocato un’assemblea straordinaria nella sala consiglio di Palazzo dei Leoni. Più di un centinaio di dipendenti ha seguito l’incontro con i segretari di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Diccap e Csa. Il problema che in questo momento ha surriscaldato gli animi è inevitabilmente quello degli stipendi, anche se le preoccupazioni sul futuro dell’ente sono molto più grandi.
«Questa mattina un lavoratore si è recato in banca per chiedere un prestito e si è visto respingere la richiesta a causa dell’allarme che si è creato sul blocco degli stipendi» ha raccontato il segretario del Csa Santino Paladino.
«Ho una trattenuta di 500 euro sullo stipendio, ma se non mi pagano cosa devo fare? Devo andare in banca a chiedere di bloccare tutto? Devo sapere cosa devo fare» ha detto un altro lavoratore durante l’assemblea. Una condizione che riguarda tanti, che riguarda tutti, perché chi ha uno stipendio programma l’economia della propria famiglia su quello e se all’improvviso lo stipendio non arriva più scattano i problemi.
Non a caso tutti i sindacalisti lo hanno ribadito durante i vari interventi e questo è stato uno degli argomenti inevitabilmente più dibattuti durante l’assemblea. Il segretario della Fp Cgil Francesco Fucileha anche detto a chiare lettere che questa degli stipendi non è una questione gestibile a suon di annunci, sia perché sotto un punto di vista tecnico ha profili di illegittimità e illegalità, sia perché ha pesanti ricadute sui singoli lavoratori. «Il sindaco De Luca revochi immediatamente quell’ordine di servizio con cui ha bloccato tutte le attività gestionali degli Uffici finanziari della Città Metropolitana, compreso il pagamento degli stipendi. Non abbiamo intenzione di accettare che i lavoratori vengano utilizzati seppur per una giusta protesta. Le azioni dimostrative servono ma non a discapito dei dipendenti» ha detto Fucile.
Il problema stipendi però è appunto solo la punta dell’iceberg perché da quando è stata messa in atto la famosa “rivoluzione” delle ex Province i risultati sono stati drammatici. «Al di là dello stipendio, dobbiamo difendere la dignità di questi lavoratori che ormai quotidianamente vengono calpestati» ha detto Santino Paladino. «Ci hanno portato a doverci quasi vergognare di dire che siamo dipendenti dell’ex Provincia» ha detto un altro dipendente dalla sala.
Lavoratori e sindacati hanno anche ascoltato il sindaco De Luca, arrivato durante l’assemblea per ribadire la sua intenzione ad andare avanti con questa protesta per ottenere risposte definitive una volta per tutte da Palermo e da Roma. Perché tutti sono consapevoli che la responsabilità e di Regione e Stato e finché non si agirà su quei terreni difficilmente si riuscirà a uscire da questo stallo.
L’assemblea ha poi portato ad una serie di decisioniche adesso sindacati e lavoratori metteranno in campo, aspettando anche notizie dalla riunione tra Regione e Ministero che De Luca ha annunciato si terrà la prossima settimana. Loro però non si fermano. Queste le iniziative che hanno deciso di mettere in campo: proclamazione dello stato di agitazione e dello sciopero con sit-in davanti la Prefettura; convocazione di un incontro con la deputazione messinese regionale e nazionale; richiesta alle segreterie regionali dei vari sindacati di una mobilitazione a livello regionale che coinvolga anche le altre realtà delle Città Metropolitane siciliane, soprattutto Catania e Palermo.
Francesca Stornante