Dallo scorso 17 marzo lo stoccaggio a terra dei rifiuti nella piattaforma di Pace non è più consentito. Eppure Messinambiente continua ad usare quell’area come deposito temporaneo dell’immondizia prodotta in città. Si riaccendono prepotentemente i riflettori sull’impianto di trasferenza che sorge a Pace e che nell’ultimo anno ha attirato le ire degli ambientalisti per la decisione dell’amministrazione Accorinti di trasformare quell’area in un sito in cui i rifiuti vengono sistemati a terra in attesa di essere smaltiti. Fin dal primo giorno l’assessore Daniele Ialacqua ha difeso a spada tratta quella scelta, spiegando che si trattava solo di regolamentare un’attività che in realtà negli anni si era perpetrata senza alcun controllo, innumerevoli però sono stati i problemi per quella che, a distanza di un anno, si presenta come una mini discarica. Il primo provvedimento siglato dal Sindaco Renato Accorinti per autorizzare Messinambiente allo stoccaggio a terra dei rifiuti risale al 19 aprile 2014, quando nel giorno della vigilia di Pasqua si decise in fretta e furia di firmare un’ordinanza per scongiurare un’emergenza che rischiava di seppellire la città sotto la spazzatura durante le festività. Iniziarono le polemiche, i tavoli tecnici, i sopralluoghi con Asp, Arpa e Provincia che nei mesi successivi hanno più volte messo nero su bianco tutte le criticità dell’impianto, arrivando a parlare di potenziali pericoli per la salute dell’uomo, dell’ambiente e di mancanza di sicurezza nelle attività di trasbordo. Messinambiente e Comune hanno cercato sempre di correre ai ripari con gli interventi di messa a norma per rendere la struttura conforme alle prescrizioni impartite dagli Enti controllori, nel frattempo però sarebbe dovuta arrivare l’autorizzazione regionale che Messinambiente aveva chiesto per utilizzare la piattaforma come deposito preliminare alle attività di trasbordo dei rifiuti. Era stato previsto nella prima ordinanza del 19 aprile 2014 e poi ribadito nella seconda siglata sempre dal primo cittadino il 17 settembre. Proprio quest’ultima stabiliva prorogava l’utilizzo come sito di stoccaggio per sei mesi e comunque fino all’autorizzazione regionale. I sei mesi sono scaduti, anzi ne sono già trascorsi sette, e dalla Regione non è giunto alcun via libera perché l’area non è stata considerata idonea a questo tipo di attività. Dunque ad oggi si continua a scaricare a Pace senza alcuna autorizzazione.
Una situazione di “totale abusivismo”, così le Federazioni provinciali dei Verdi, del Partito Comunista d’Italia, di Italia dei Valori e di Sel hanno etichettato quanto sta accadendo a Pace. Nei mesi scorsi avevano anche chiesto l’intervento della Procura, oggi si rivolgono ad Asp, Arpa e Provincia per chiedere una eventuale verifica dello stato dei luoghi, del sito e delle necessarie autorizzazioni regolari alla attività della piattaforma. Una richiesta che arriva dopo l’ennesima nota inviata a Palazzo Zanca pochissimi giorni fa per segnalare e denunciare “il deposito incontrollato dei rifiuti”.
Venerdì a Palazzo Zanca ci sarà un vertice convocato dall’assessore Daniele Ialacqua e dal Dipartimento Ambiente con Asp, Arpa e Provincia. Si cercherà di capire in quale direzione sarà possibile muoversi, considerato che non c’è più alcuna ordinanza che regola l’utilizzo della piattaforma come sito di stoccaggio e che dalla Regione non arriverà alcuna autorizzazione. L’assessore Ialacqua spiega che si sta ipotizzando una soluzione alternativa e la proposta che farà il Comune sarà di utilizzare per lo stesso fine l’area e la struttura dell’ex inceneritore. Ipotesi che troverà un fortissimo no da chi fino ad oggi ha contestato a muso duro la trasformazione in discarica della piattaforma e che non ha intenzione di spostare il problema all’ex inceneritore. Venerdì si saprà qualcosa di più. Nel frattempo però a Pace le cataste di spazzatura si accumulano.
Francesca Stornante