In meno di 48 ore si sono verificati “fatti & misfatti” preoccupanti per le donne italiane. Il rischio è mettere in moto la macchina del tempo ingranando la marcia indietro puntando a tutto gas verso il Medioevo.
Il no della Camera alla “porno vendetta” ha anticipato di 48 ore l’inizio del XIII Congresso Mondiale delle Famiglie promosso da chi considera l’omosessualità una malattia satanica ed è contro divorzio, aborto, sesso prematrimoniale, uso di metodi anticoncezionali (etc etc). I gadget distribuiti al Congresso di Verona erano feti di gomma e portachiavi a forma di piedini e la dichiarazione d’apertura dei lavori è stata di Gandolfini, leader del Family Day: “In Italia dal ’78 ad oggi sono stati uccisi sei milioni di bambini”.
In due giorni, con modalità diverse e luoghi diversi, è stato preso a picconate l’albero delle tutele e delle conquiste di battaglie, non solo delle donne, ma dell’intera comunità italiana.
La bocciatura dell’emendamento che prevede che il “Revenge porn” diventi reato e sia punibile con il carcere fino a 6 anni e con una multa, mi colpisce perché i fatti non sono accaduti in una sala Congressi ma in Parlamento. Mi colpisce perché in questi decenni il fronte delle donne è sempre stato trasversale quando si è trattato di diritti. Mi colpisce perché nelle stesse ore durante le quali la maggioranza giallo-verde approvava il decreto sulla legittima difesa e la Lega dichiarava “ora puntiamo all’acquisto più facile delle armi”, la Camera bocciava la norma che punisce una delle armi più schifose, che uccide senza proiettili e che al posto del mirino ha l’obiettivo di un telefono o di una telecamera. La porno vendetta è infatti la diffusione in rete di video o immagini di rapporti sessuali tra partner che sul momento erano consenzienti ma vengono diffuse dopo aver litigato o per vendetta o ritorsione, ricatto, per umiliarlo. In moltissimi Paesi è già reato.
Nel nostro dobbiamo attendere la prossima settimana perché la maggioranza giallo verde ha bocciato la norma dell’opposizione e solo dopo il via libera di Di Maio a quanto pare i 5Stelle martedì sosterranno l’emendamento di Forza Italia e Pd.
Che beghe di bassa “lega” ed equilibrismi di potere abbiano avuto il sopravvento mentre in quelle stesse ore la madre di Tiziana Cantone, che si è tolta la vita dopo la diffusione in rete dei suoi video, raccontava l’orrore, lascia amareggiati.
Può accadere ad ogni donna, di qualsiasi partito, ceto, età, professione, subire la “lapidazione del web”. In una società come la nostra questo è un tipico reato che vede come vittime solo le donne. Se in video c’è una donna che fa sesso con il suo uomo è subito puttana. Nello stesso video l’uomo viene acclamato come stallone.
In attesa che si metta una pezza ad una brutta pagina politica, siamo alle prese con il Congresso del Trapassato Remoto.
A turno persino i big della Lega sono stati costretti a prendere le distanze. Del resto sarebbe impossibile per quasi tutti i politici italiani salire su un palco che demonizza il divorzio e la procreazione fuori dal matrimonio, quantomeno per pudore.
Gli albori del Family Day (la manifestazione nazionale organizzata a sostegno famiglia tradizionale) videro in prima fila gli allora leader di partito e di governo come Berlusconi o Casini che alle spalle di divorzi ne hanno accumulati. Il Family Day dovrebbe essere ribattezzato “Giornata dell’ipocrisia” e gli stessi politici che oggi si presentano sul palco del Congresso pur di avere una manciata di voti in più hanno nei loro armadi, se non una bella sfilza di tradimenti ai partner, quantomeno un paio di profilattici. Ognuno è libero di avere una propria idea ma dire che il Congresso di Verona sia il Congresso delle Famiglie naturali è un’offesa. La parola “naturale” è ciò che più ci lega al termine amore e universale. Invocare esorcismi contro gli omosessuali, Satana, Belzebù, riportare indietro l’orologio su aborto e divorzio, tutto è tranne che “naturale”. E’ istigazione all’odio.
Le donne continuano a morire. Prima della 194 morivano per gli aborti fatti in casa, morivano per nascondere dietro le mura di casa matrimoni in frantumi o mariti violenti o traditori, subivano in silenzio. Morivano di parto. Pativano la sofferenza di non poter lavorare o votare. Più indietro ancora finivano al rogo. O, per guardare appena mezzo secolo fa, venivano spedite nei “manicomi”, facendole passare per isteriche. Finivano nelle case chiuse. C’era il delitto d’onore. E se Enrico VIII trovò il modo per sbarazzarsi delle mogli che non lo solleticavano più sessualmente, la stessa violenza silenziosa si è portata avanti per secoli in case umili o ricche.
Mi spaventa quella coincidenza temporale tra il Congresso e la bocciatura del revenge porn, perché oggi per fare violenza ad una donna non vengono usate solo le armi ma basta una connessione internet. Uccide non solo chi riprende, ma anche il “guardone” che diffonde, commenta, sghignazza, lapida. E’ un reato collettivo, uno stupro di gruppo senza sangue e violenza fisica.
Quelle immagini entrano nel profondo della carne e dell’anima e sono ferite che nessun ospedale o chirurgo potrà mai guarire.
Improvvisamente quello che un tempo era lo spioncino della serratura diventa una finestra enorme e gli occhi di milioni di persone sui social guardano te nel momento più intimo e ti giudicano.
La società diventa carnefice. E la politica non può essere complice di tutto ciò.
Altrimenti vuol dire che tutti sono già pronti a salire sulla macchina del tempo: direzione Medioevo. Un nuovo Medievo 2.0.
Rosaria Brancato