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Stop numero chiuso a Medicina, da Unime la richiesta: “Servono più fondi”

MESSINA – Anche Giovanna Spatari, la rettrice dell’Università di Messina, condivide la linea della Crui sullo stop al numero chiuso per l’ingresso alle facoltà di Medicina annunciata dalla ministra Bernini.

La Crui: “Insostenibile”

“Le facoltà non possono sostenere 60mila studenti in più”, ha dichiarato Giovanna Iannantuoni, presidente della Conferenza dei rettori delle università italiane. Anche perché le facoltà si trovano a fronteggiare tagli alle risorse crescenti.

Spatari: “Servono risorse straordinarie”

Sostiene la rettice di UniMe: “Il nuovo sistema di accesso a Medicina richiederà risorse straordinarie. È evidente, infatti, che all’aumentare del numero di iscritti, ogni Ateneo dovrà potenziare i servizi. I riscontri che abbiamo in questo momento, però, vanno in direzione esattamente opposta. Quest’anno i bilanci delle università Italiane hanno subito mediamente tagli del 10%. In più, non abbiamo alcuna certezza per il 2025. In questo scenario, come si possono – lo ha ribadito anche la Crui – pianificare investimenti per fronteggiare il nuovo scenario? Il nuovo sistema, poi, andrà testato, perché potrebbe creare squilibri per la didattica tanto all’interno dell’area sanitaria quanto negli altri ambiti disciplinari”.

Le reazioni della politica regionale: “Fronteggiamo la carenza di medici”

Per il deputato regionale del Partito democratico Calogero Leanza si tratta invece della strada giusta ma non basta: “Ci abbiamo creduto fin dall’inizio. L’approvazione in commissione Istruzione del Senato del testo di legge che abolisce i test d’ingresso alla facoltà di medicina è un importante passo in avanti che conferma la bontà del percorso iniziato due anni fa all’Assemblea regionale siciliana con il nostro ddl voto”.

 Leanza è il primo firmatario della proposta di legge per il libero accesso alla facoltà universitaria. Mette in evidenza il parlamentare Dem all’Assemblea regionale siciliana: ““Il testo all’esame del Parlamento nazionale prevede l’abolizione del test di ingresso per la facoltà di Medicina, pur mantenendo il numero chiuso, e avvia una nuova fase per l’accesso ai corsi universitari. Tuttavia, questa modifica non rappresenta ancora una piena apertura alla formazione medica. La norma prevede che gli studenti siano  valutati dopo sei mesi di università, ma il sistema di selezione continua a limitare il numero di futuri medici in un momento storico in cui il settore sanitario ha bisogno di nuove risorse”.

E ancora: “Da anni sosteniamo un cambiamento più radicale. Il sistema sanitario italiano, messo a dura prova negli ultimi anni, necessita di un ricambio generazionale costante e numericamente adeguato, ed è per questo che la vera soluzione – conclude  Leanza – sta  nell’eliminazione totale di barriere ingiustificate come il numero chiuso”.

A sua volta, questo il commento del deputato regionale Alessandro De Leo: “Grazie agli sforzi e al lavoro del Gruppo Forza Italia e della ministra dell’Università quello che sembrava un miraggio diventa realtà. La Commissione competente del Senato ha dato il via libera al disegno di legge che rivede le modalità di accesso ai corsi di laurea in medicina e chirurgia, odontoiatria e medicina veterinaria. Gli studenti si potranno finalmente iscrivere liberamente al primo anno senza discriminazioni, alla fine del semestre se avranno raggiunto un numero sufficiente di crediti formativi Cfu, dati gli esami sostenuti, entreranno in una graduatoria nazionale. Una svolta epocale che mette fine a una situazione discriminatoria che dura da anni e che da la possibilità a migliaia di giovani di frequentare un corso universitario così importante. Così facendo si cerca di colmare la carenza di figure professionali nel sistema sanitario nazionale e regionale”.