Non lo sa quasi nessuno, ma all’interno di Palazzo Zanca da molti anni è visitabile uno scavo che copre tutta l’area del cortile interno; in esso si possono vedere resti di edifici che risalgono a diversi periodi storici nell’arco di duemila anni, ma purtroppo il sito è in stato d’abbandono. Annesso è l’Antiquarium, che custodisce svariate ceramiche trovate negli scavi e altri reperti d’ere passate.
Negli stessi locali è presente la Mostra Permanente “Vara e Giganti” realizzata congiuntamente dall’Associazione Amici del Museo di Messina e dal Comitato Vara, contenente molte raffigurazioni d’epoca delle manifestazioni del Ferragosto messinese e anche vecchi pezzi delle macchine festive stesse; questo museo purtroppo non viene usualmente aperto al pubblico sebbene già ufficialmente inaugurato.
All’argomento della riqualificazione di questi settori è stata dedicata la conferenza stampa che si è tenuta nell’Aula Commissioni di Palazzo Zanca. Presenti, e relatori, il Consigliere comunale Santi Daniele Zuccarello, il dottor Francesco Tirrito, presidente dell’associazione ArcheoMe, e il professor Franz Riccobono, presidente degli Amici del Museo di Messina.
Il progetto presentato da ArcheoMe con l’interessamento e il sostegno del consigliere Zuccarello prevede innanzitutto la bonifica del sito, ricoperto di piante, e quindi la cura dello stesso da parte degli associati, giovani laureati in Beni Culturali. Lo scavo verrebbe coperto, rendendo possibili visite guidate notturne e diurne con un percorso di deambulazione fra i ruderi stessi, inoltre sarebbe disposta l’apertura nei locali adiacenti di un punto di ristorazione e di un negozio di souvenirs. Inclusa nel progetto è anche la definitiva apertura della Mostra Permanente, che contribuirebbe secondo il prof. Riccobono ad aumentare la notorietà della Vara e dei Giganti e incrementare la partecipazione turistica al Ferragosto. Alla promozione dell’opera provvederebbero Radio Night Messina, Igers Messina e InsideMessina.
L’idea di ArcheoMe, se approvata, potrebbe essere messa in atto anche nell’immediato. Sarebbe una possibilità per alcuni giovani d’ottenere un’occupazione nella propria città e secondo le proprie competenze, e stando alle statistiche sulle entrate dell’anno passato il beneficio economico sarebbe cospicuo.
Importante ricordare, infine, che la parte più superficiale dello scavo realizzato alla fine del Novecento da Giacomo Scibona è costituita da fondazioni del primo Novecento di un’area allora poco rilevante, ma nei livelli inferiori s’incontrano resti prima medievali e infine d’epoca imperiale: fra questi, una parte di un’imponente struttura pubblica che verosimilmente doveva essere un anfiteatro o un odeon, luoghi che importantissimi erano per l’intrattenimento nella città antica e importantissimi sarebbero oggi per il turismo archeologico, ma altro non ci è dato sapere fino a eventuali futuri approfondimenti dello scavo.
Daniele Ferrara