“Avranno smarrito la busta” è stato il primo pensiero quando, dopo circa un mese dalla conferma dell’invio da parte di che l’aveva spedita, la stessa non mi veniva ancora recapitata.
Oggi, invece, l’amara sorpresa di aver visto restituita al mittente quella missiva “Posta1” regolarmente partita da Palermo e recante una magnifica affrancatura filatelica (addirittura ben 26 francobolli in lire tuttora validi benché non in euro). Una tripla delusione. Innanzitutto per non aver potuto conservare una busta “preziosa” per noi collezionisti (i valori in lire viaggiati costituiscono “pezzi” importanti per molti); quindi per non aver ricevuto il contenuto rimettendoci le spese di affrancatura; infine, ma la più pesante da digerire, per la motivazione della mancata consegna.
Sui bei francobolli appartenenti a sette serie diverse, qualche dipendente delle Poste Italiane ha pensato “bene” di apporre un talloncino (mod. 24B) recante la scritta: “Siamo spiacenti di non aver recapitato questo invio in quanto l’indirizzo è insufficiente”. Questi i fatti. E quella a corredo di questo articolo la busta restituita al mittente: c’è il mio nome e cognome, l’indirizzo completo di casa con l’isolato (non saprei cosa aggiungere…), l’esattissimo codice di avviamento postale della zona di Messina in cui abito e… quella bella affrancatura che mai più rivedrò e che, tra l’altro, è stata “deturpata” da chi non è stato in grado di inserirla nella buca di casa mia. Cassetta della posta in cui, viceversa, tanti altri servizi privati di recapito fanno regolarmente convogliare bollette e avvisi di ogni tipo.
In attesa di chiarimenti dalla Direzione provinciale di Poste Italiane, anche nella mia qualità di vicepresidente del Circolo Filatelico Peloritano, non mi resta che sperare in un portalettere che sappia leggere bene gli indirizzi e che soprattutto abbia un po’ di voglia di lavorare…