Palagiustizia satellite: dopo due anni e mezzo e centinaia di migliaia di euro spesi, si ricomincia da capo

Diciassette milioni di euro che rischiano di andare perduti. Una commissione costata 74 mila euro per un iter definito pieno zeppo di «illegittimità». Contenziosi che già hanno provocato un’emorragia di 200 mila euro. Altri che arriveranno presto, con scontate azioni di risarcimento danni. Tre anni persi e chissà quanto altro tempo ancora prima che si concretizzi un’opera divenuta impossibile come tante altre a Messina: il Palazzo di giustizia satellite. Il “PalaGiustizia bis”. Che fino a ieri sembrava si dovesse realizzare nell’immobile della Gmc srl, la ditta che aveva vinto la gara indetta dal Comune. Ma che domani potrebbe essere tirato su nell’area del Tirone, dalla Stu. Oppure potrebbe trovare ospitalità nei locali della Galatti. O in quelli della biblioteca regionale. Chissà. In realtà oggi siamo all’anno zero e dopo tre anni e centinaia di migliaia di euro spesi, non si capisce come sia possibile. O meglio, si capisce, ma fa rabbia. E’ tutto sintetizzato nella sentenza del Cga, che spiega come il Comune si sia «discostato dalle stesse regole che si era autoimposte, dando luogo ad una procedura affetta da diffuse e plurime illegittimità (…) in spregio a molteplici principi di diritto amministrativo». E cos’hanno fatto, allora, i Santi Mangano, i Santi Alligo (segretario generale del Comune), i Salvatore Saglimbeni (dirigente di Palazzo Zanca), ossia i membri della commissione che ha dato il via libera all’iter così pesantemente condannato dai giudici amministrativi di Palermo? Come hanno potuto non accorgersi di queste «diffuse e plurime illegittimità?», visto che per il loro lavoro hanno percepito un totale di oltre 74 mila euro?

Ne ha discusso il Pd, in una conferenza stampa, con Felice Calabrò che ha accusato: «Dopo due anni e mezzo, non è stata trovata la soluzione all’annoso problema e il sindaco, in attesa del parere del collegio di difesa, ipotizza soluzioni, peraltro già prospettati due anni or sono da alcuni consiglieri comunali, allora additati come speciosi e provocatori». L’ultima soluzione al vaglio è quella “vecchia” di realizzare il Palagiustizia satellite nell’area del Tirone. Ma si dovrà ripartire da capo, lontani nel tempo dall’ultimatum che nel marzo 2009 diede l’allora ministro della Giustizia Angelino Alfano: utilizzare i fondi (17 milioni) entro dicembre. «Buzzanca dice di aver avuto assicurazioni – l’affondo di Calabrò – ma da chi? Da quale ministro? Da quale governo?». Due le iniziative del Pd. La prima: chiedere la convocazione di una seduta straordinaria di consiglio alla quale invitare il sindaco e tutti i soggetti interessati dall’iter. La seconda: un ordine del giorno, primo firmatario Gaetano Gennaro, con il quale portare avanti tre richieste: che la Giunta ottemperi alla sentenza del Cga; che gli uffici competenti inviino immediatamente l’ordine del giorno stesso all’Arcidiocesi, che aveva inviato una diffida al consiglio comunale.