Rometta è divisa: da un lato gli indignati, dall’altro gli indulgenti. Perché malgrado le sue uscite “singolari”, padre Nino Scibilia è un faro per la sua comunità. Quel “rivolgete una preghiera anche al nostro ex presidente Totó Cuffaro”, peró, a molti non è piaciuto.
Mentre i fedeli che lo sostengono gli hanno consigliato di togliere la foto dell’ex Governatore ora in carcere per concorso esterno alla mafia dall’ingresso dell’oratorio. Al suo posto ora campeggia una bella effige della Madonna di Guadalupe. Ma Totó Vasa Vasa c’è ancora: fa il paio con papi e vescovi, sulle pareti interne della grande sala centrale dell’oratorio.
Un amore “ingombrante”, quello di Padre Scibilia per Cuffaro. Che lui peró non riesce a nascondere. “Avrei voluto scrivergli, spedirgli dei cd con le registrazioni del coro, ma mi hanno consigliato di non farlo, chissà come sarebbe stata giudicata la cosa”. Un amore antico: risale a quando Cuffaro, ancora Governatore siciliano, concesse alla chiesa di Padre Nino il finanziamento servito a completate l’oratorio: tre piani, una grande sala centrale, alloggi, bagni spaziosi, refettorio e cucine. Circa 900 mila euro dalla Regione, 300 mila dalla Conferenza Episcopale Italiana, 200 mila dal Comune. Per la posa della prima pietra, nel 2003, presenzió Cuffaro in persona, immortalato nelle foto dei quotidiani locali. Con buona pace di chi, in passato, si era opposto al progetto. Prima dell’oratorio, infatti, Padre Nino aveva scatenato un vespaio di polemiche per l’antistante piazzetta adibita a parcheggio. E gli arrivó anche un avviso di garanzia, poi archiviato. “Avrei indotto l’amministrazione comunale a commettere un atto illegittimo. Il problema era il terreno, espropriato al privato. Ma l’oratorio non è certo per me, e neppure la piazzetta. È per i fedeli, è per la gente ne abita qui. Per questa comunità”.
La guerra dell’oratorio comunque l’ha vinta lui: dopo venti anni, tra concessioni comunali di finanziamenti episcopali e regionali, l’oratorio adesso svetta alle spalle della chiesa. Ed è un vero centro di aggregazione per gli abitanti di Rometta e dintorni. Impiega i bambini in tante attività, sostiene il coro, ormai rinomato in tutta la provincia, accoglie gli anziani che vincono la solitudine attraverso tantissime attività. Ancora, accoglie i boy scout, gli altri religiosi, e i fedeli progettano di realizzare anche un laboratorio di teatro. “Al sabato qui dentro a volte siamo in 180”. Difficile fare speculazioni sulla destinazione dell’oratorio: Padre Nino abita e lavora ancora nella piccola casetta accanto la chiesa, dietro c’è il suo orticello personale, la sua auto è parcheggiata dentro la piccola rimessa. E tutti i ragazzi che usufruiscono dell’attività dell’oratorio vengono strappati alle droghe, vera piaga di queste zone del messinese.
Insomma, Totó val bene una messa.
Alessandra Serio – Veronica Crocitti