Circa 5mila persone sono scese in strada ad Archi a manifestare dopo l’incendio della settimana scorsa all’interno della Raffineria Mediterranea di Milazzo.
La manifestazione organizzata dalle parrocchie, in particolar modo dal Sacerdote Giuseppe Trifirò e dalle associazioni ambientaliste della zona, puntava soprattutto alla difesa della vita e della sicurezza; il grande coinvolgimento dell’intera popolazione della Valle del Mela tanto cercato attraverso i manifesti è arrivato, la popolazione chiede ora una maggiore tutela. Tanti bambini, ragazzi, famiglie, ma anche chi ha lottato e sta lottando contro il cancro. Presenti anche i sindaci della zona.
Grande entusiasmo ha suscitato il discorso iniziale di Padre Trifirò, da sempre impegnato nella lotta per la tutela della salute e dell’ambiente. “ Nessuno di noi– afferma Padre Trifirò– può e deve dimenticare i danni subiti dalla popolazione della Valle del Mela in più di 40 anni: disastri, malattie, morti, cattivi odori che ogni giorno sopportiamo”.
Padre Trifirò paragona la Valle del Mela ad “una bella ragazza ingenua, violentata dagli avvoltoi del denaro e dello sfruttamento; oggi però questa bella ragazza, oltre ad essere ingenua, è sfruttata, torturata, è stata gettata in una pozzanghera dagli avvoltoi del denaro e dello sfruttamento con la complicità delle autorità e delle loro leggi, abbandonata al suo destino”.
Padre Trifirò cita poi alcune dichiarazione di Giuseppe Falliti, referente provinciale Associazione italiana medici per l’ambiente, il quale afferma che“ i cittadini sono stati e sono considerati al pari di carne da macello, abbandonati allo spirito d’iniziativa e ai destini del fato”.
“Non siamo- prosegue il sacerdote- qui per togliere il lavoro, ma per difendere la dignità del lavoro. I colossi industriali ci invitano a visitare le loro aziende per far vedere l’apparenza, nascondendo il marcio: siamo qui per manifestare contro i nostri governanti, alleati con i signori del potere, della morte, dell’inquinamento facendo leggi a loro vantaggio”.
Padre Trifirò chiede quindi a nome della popolazione “le massime garanzie per la vita, la salute, l’ambiente; devono scomparire gli impianti ad idrogeno e le cisterne vicine alle abitazioni e se tutto ciò non è possibile abbiamo bisogno di una nuova programmazione per la nostra zona, un nuovo futuro in cui vengono garantite lavoro, salute, agricoltura, inquinamento e piccole industrie”.
Il sacerdote conclude rivolgendosi ai giovani: “Costruitevi il vostro futuro e quello della Valle del Mela, non fatevelo rubare da questa classe politica corrotta; il lavoro e l’ economia non vengono solo dalle grandi industrie inquinanti che hanno fatto sempre male, soprattutto se costruite vicini ai centro abitati”.
Il corteo pacifico, tra striscioni e slogan, si è diretto verso l’ingresso della Raffineria Mediterranea dove alcuni partecipanti hanno preso parola manifestando il proprio dissenso verso il polo industriale; è poi intervenuto Giuseppe Maimone, presidente Adasc, che ha esordito affermando “che i morti della Valle del Mela non si possono più contare, i reparti oncologici degli ospedali sono pieni di gente della Valle del Mela. Una cosa è chiara, ci sono delle responsabilità da parte delle industrie, amministratori, Regione e Stato, ma anche il popolo ha le sue responsabilità perché senza l’incendio del 27 settembre nessuno avrebbe manifestato”. Maimone chiama in causa poi la mancanza di manutenzione all’interno della Ram e la ritiene una delle cause dell’incendio; chiede infine di “poter vivere in un ambiente pulito”.
E’ infine intervenuto Falliti che afferma come “da 30 anni manifestiamo per le stesse paure, la paura di quest’approssimazione con cui siamo governati, la paura della gente che oggi manifesta per essere tutelata. La nostra presenza qui non grida vendetta per i morti del ‘93 ma grida giustizia e legalità, che consiste nel mettere a norma questi impianti”.
Serena Sframeli