I 40 milioni di euro stanziati dalla Regione attraverso la cosiddetta norna salva-Comuni e destinati a Messina si trasformeranno presto da virtuali a reali. Almeno così assicura il deputato regionale messinese, eletto nella lista Crocetta, Marcello Greco, secondo il quale le risorse impegnate dal governo regionale saranno accreditate sul conto del Comune non più tardi del 15 gennaio. Per il momento, non conferma e non smentisce la notizia l’assessore regionale ai trasporti Nino Bartolotta, che nella dinamica dei rapporti tra Regione e Comune di Messina in merito alla vicenda del prestito ha svolto, in queste settimane, un ruolo chiave.
Solo se il termine indicato da Greco fosse confermato, verrebbero sciolti una serie di nodi che restano tuttora ingarbugliati, nonostante l’ avvenuta approvazione del bilancio di previsione 2102 nel rush finale in Consiglio comunale il giorno della vigilia di Capodanno. All’arrivo dei 40 milioni di euro è, infatti, subordinato il parere favorevole del Collegio de revisori dei conti; dalla Ragioneria di Palazzo Zanca, fanno inoltre sapere che se entro il 31 gennaio non arriverà un decreto regionale che ufficializzi l’erogazione delle somme nei confronti del Comune di Messina, il bilancio consuntivo 2012 non terrà conto delle risorse regionali e soprattutto tali risorse non saranno incluse nella documentazione che l’ente dovrà inviare al Ministero per la valutazione del patto di stabilità 2012. In altre parole, per i revisori e per i dirigenti dell’aria economico-finanziaria Coglitore e Di Leo, i 40 milioni di euro virtualmente approvati dalla giunta regionale e dall’Ars sono per adesso solo “aria fritta”.
C’è, poi, un particolare che non va sottovalutato. La norma “salva- Comuni” votata dall’Assemblea regionale prevede che «possono accedere al fondo i Comuni soggetti al patto di stabilità interno che abbiano già ottenuto l'approvazione del piano di rientro previsto dalla vigente normativa e che presentino perduranti situazioni di squilibrio finanziario. Sono considerati Comuni con perdurante situazione di squilibrio finanziario, quelli che hanno violato il patto di stabilità interno nel biennio precedente all'anno in cui viene fatta la richiesta di accesso al fondo». Il Comune di Messina o meglio la Regione Sicilia è in attesa di giudizio dinanzi alla Corte costituzionale sul patto di stabilità del 2011 e nel frattempo, come si ricorderà, il Tar ha sospeso l’ordinanza con la quale il Viminale aveva commutato a Palazzo Zanca una sanzione pecuniaria di 7 milioni di euro per il mancato rispetto dei vincoli, restituiti subito dopo il pronunciamento del tribunale amministrativo .
Paradossalmente, stando ai dettami della legge regionale, sarebbe quasi meglio che la Corte costituzionale sancisse la costituzionalità della norma che impone anche alla Sicilia, Regione a Statuto speciale, il rispetto del vincolo di stabilità per il 2011: solo in questo caso, infatti, il Comune di Messina potrebbe ricevere i fondi promessi. E’ comunque quantomeno singolare che la norma “salva-Comuni” , ribattezzata” addirittura salva- Messina”, non abbia tenuto conto di questa importante aspetto che connota la situazione messinese.
L’impressione è che dopo i proclami “trionfalistici” e la visita del presidente della Regione Crocetta, lo stato delle casse comunali non sia così diverso da quello che era una settimana fa e che anche con l’arrivo de 40 milioni di euro, il Comune non solo non avrà risolto i suoi problemi ma dovrà immediatamente mettersi a lavoro per capire come restituire il prestito regionale in soli 5 anni, che significano 8 milioni di euro all’anno. La strada per il Comune è più che mai in salita (Danila La Torre)