E' entrato nel vivo oggi il processo per chiarire i contorni della morte di Provvidenza Grassi, la giovane scomparsa nel luglio 2013 e trovata cadavere sotto il viadotto Zafferia soltanto nel gennaio 2014.
La Corte (presidente Grasso) ha ammesso tutte le parti civili che hanno avanzato richiesta, cioè la famiglia della ragazza, il marito dal quale era di fatto separata, il fidanzato Fabio Lo Schiavo, alcune onlus che vogliono tutelare la posizione dei consumatori e delle famiglie di vittime della strada. Il Consorzio autostrade è stato chiamato in causa quale responsabile civile.
Queste, in buona sostanza, le novità della prima vera udienza del processo, che riprenderà il prossimo 21aprile.
Alla sbarra gli ex commissari del Cas Antonino Gazzara, Patrizia Valenti, Antonino Minardi, Matteo Zapparata, Anna Rosa Corsello e Calogero Beringheri; Benedetto Dragotta, Mario Pizzino, Gaspare Scusa, Maurizio Trainiti e Felice Siracusa, accusati a vario titolo di omicidio colposo e rifiuto di atti d'ufficio.
Secondo la Procura il pessimo stato di manutenzione del viadotto è la concausa principale della morte della ragazza. Trovate, sugli scarni resti del suo corpo, anche tracce di sostanze leggere.
Regge la pubblica accusa il pm Diego Capece Minutolo, titolare del caso sin dal suo inizio. Difendono gli avvocati Alberto Gullino, Valter Militi, Eugenio Passalaqua, Giuseppe Pustorino, Giovanni Calamoneri, Domenico Pustorino e Giuseppina Iaria, Andrea Florio e Roberta Mauro per le parti civili.
(Alessandra Serio)