Il Covid ha costretto a calare il sipario sui teatri di tutta Italia con un danno economico da capogiro. La Siae stima la perdita di incassi per l’indotto pari a 100 milioni di euro a settimana. Una strage, no, un’ecatombe. I feriti a morte registi, attori, drammaturghi, ballerini, musicisti, coristi, assistenti e aiuto alla regia, produttori ed impresari, tecnici audio video, attrezzisti, scenografi, costumisti, truccatori, direttori di sala, sbigliettatori, maschere, custodi. Una perdita che si ripercuote anche sull’offerta turistica, visitare prima un luogo dal paesaggio commovente ed assistere ad una rappresentazione teatrale dopo, è molto di più di un semplice valore aggiunto.
Numerosi gli appelli al governo che pare dare priorità ad altri settori, seppur in maniera tardiva e insufficiente, tra i tanti quello di Anna Ricciardi, direttore artistico del Tindari Festival, che affida ad una lettera aperta le proposte per la riapertura destinate al presidente della nostra regione.
“ Che nessuno pensi che si possa parlare di rinascita senza cultura. E il teatro è cultura. Il teatro greco di Tindari è cultura. Chiediamo al presidente Musumeci, nella sua veste di assessore ai Beni culturali e all’assessore Messina, al Turismo , Sport e Spettacolo della regione siciliana, di aprire un tavolo di lavoro per definire un’apertura e una fruizione al pubblico di tutti i luoghi culturali e archeologici all’aperto. Secondo le proposte già avanzate dall’Agis, i teatri all’aperto, come i teatri antichi, possono essere riorganizzati per una ripartenza a luglio! Un festival di 64 e un teatro di 2300 anni, chiedono d’incontrarvi quanto prima.”
La Ricciardi continua avanzando una proposta utile alle strutture teatrali siciliane: “ Chiediamo di realizzare un circuito regionale ossia una stagione condivisa tra i teatri antichi di Sicilia che permetta ancor di più di sostenere le compagnie e gli artisti, i tecnici e tutti i professionisti del settore in un’ottica di collaborazione reciproca. Tindari è sul versante tirrenico l’unico teatro antico ammirato da tutti e suggestivo come pochi! Qui c’è un incanto che che si reitera nei secoli : i venti sussurrano antichi canti, gli dei sorrisero, la lingua di terra sacra accoglie e salva, e una Mater veglia, guardiana, dall’altura del golfo. Sarebbe un peccato mortale non poterne ammirare ancora una volta ammirarne le bellezze.”
Sarebbe possibile immaginare una partenza seppur in ritardo e con incassi minori dovuti al distanziamento tra gli spettatori, solo grazie al contributo del governo regionale. Resterà da capire se ci sono risorse e volontà per riaccendere le luci e far ripartire quel magico contatto tra attori sul palco e pubblico in platea che rende ogni replica un evento unico e straodinario.