Il ponte continua a far discutere. Lo stop al tetto di 240mila euro per gli stipendi nella società Stretto di Messina fa esplodere la polemica. E, per calmare gli animi, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini precisa che il provvedimento, inserito in uno dei due decreti del 7 agosto, consentirà di coinvolgere grandi professionisti e non riguarderà i componenti del Consiglio d’amministrazione, mentre le opposizioni parlano di super stipendio per i manager pubblici.
Ecco la nota del Mit: “Per permettere l’assunzione di tecnici dall’alta professionalità, per il ponte sullo Stretto, si prevede la deroga al tetto dei compensi previsti per amministratori e dipendenti pubblici, in linea con quanto già fatto per il Giubileo o Anas 2.0. La norma riguarda la necessità di reperire super esperti massimamente competenti, provenienti anche da aziende come Anas e da Rfi (Rete ferroviaria italiana), per le quali non è previsto il limite”.
Per le opposizioni si tratta di una “decisione scandalosa”. Commenta l’ex presidente della Camera dei deputati e parlamentare Laura Boldrini: “Quindi Salvini, nel Consiglio dei ministri, ha imposto di togliere il tetto di 240mila euro all’anno agli stipendi dei manager pubblici che lavoreranno al ponte sullo Stretto. Stipendi che potranno arrivare a 400mila, 500mila euro all’anno, o forse anche di più. Quanti italiani ritengono che il ponte sia una priorità su cui investire enormi quantità di denaro sottraendole ad altro? E questo mentre il #governo taglia sulla sanità pubblica allungando le liste d’attesa, mentre lascia la Romagna senza fondi sufficienti per far fronte alle conseguenze dell’alluvione, mentre rifiuta il salario minimo a 9 euro all’ora, mentre taglia il reddito di cittadinanza lasciando 160mila famiglie al proprio destino. Togliere il tetto di 240mila euro all’anno è una decisione scandalosa, fuori dalla realtà del Paese”.