“Le motivazioni per cui l’ipotesi di un tunnel fu a suo tempo, 20 anni fa, accantonata rispetto al ponte, ovvero la zona altamente sismica e il problema delle correnti marine molto forti, restano tutt’oggi”. Lo spiega il presidente del Consiglio nazionale degli ingegneri, Armando Zambrano, interpellato dall’Ansa sull’ipotesi di un tunnel nello Stretto di Messina.
“Inoltre le difficoltà di questo tunnel sono enormemente diverse da altre situazioni come la Manica”: l’opera sarebbe infatti “molto più complessa” perché bisogna “scendere a profondità maggiori”, spiega Zambrano, puntualizzando che se il tunnel fosse interrato ci sarebbe anche il problema della zona sismica; mentre se fosse sospeso, avrebbe bisogno di tiranti molto resistenti per le forti correnti dello Stretto. “Questi problemi rimangono. Non sono irrisolvibili, ma bisogna verificare se il rapporto costi/sicurezza è praticabile oggi”, spiega Zambrano. Seppur “meno impattante dal punto di vista ambientale”, sembra un’ipotesi “poco percorribile”, osserva il presidente del Consiglio degli ingegneri, ricordando che invece il ponte è “realizzabile anche nell’immediato e avrebbe un’iconicità molto forte anche nel rilanciare l’ingegneria italiana”.