Al presidente Conte, ma soprattutto alle ministre Lamorgese e De Micheli, precisa “l’avevo detto io”, con riferimento alla banca dati dello Stretto. Al presidente Musumeci avverte “vedrai che per l’ordinanza sui cimiteri ti finisce come a me…”. Due missive oggi per il sindaco De Luca: una indirizzata al governatore della Regione Siciliana ed un’altra al governo Conte.
Per quanto riguarda Musumeci il sindaco ribadisce di condividere la ratio dell’ordinanza firmata ieri dal governatore e che prevede una serie di allentamenti delle misure dal 4 maggio. Ma sulla riapertura dei cimiteri il sindaco di Messina non è d’accordo con Musumeci che ha dato la possibilità ai sindaci siciliani di decidere.
“Il tema dell’apertura dei cimiteri è particolarmente delicato- scrive De Luca– considerato che risultano inaccessibili già dal 9 marzo e che in questi quasi 60 giorni di chiusura, ho ricevuto numerosissime richieste per consentire l’accesso anche saltuariamente. Mi sono fino ad ora sempre dolorosamente rifiutato di acconsentire a tali richieste per rispetto delle disposizioni statali”. Già da ieri, dopo la pubblicazione dell’ordinanza del Presidente della Regione in tanti hanno chiesto di confermare l’apertura dei cimiteri cittadini. Ma secondo De Luca l’ordinanza di Musumeci è a forte rischio annullamento da parte del governo giallorosso poiché in contrasto con l’ultimo DPCM Conte.
Non a caso il Prefetto di Frosinone proprio oggi ha annullato l’Ordinanza Sindacale con la quale era stata disposta l’apertura dei cimiteri, proprio perché in contrasto con il DPCM 26 aprile. L’aspetto più paradossale è che il DPCM del 26 aprile non prevede nulla sulla possibilità per i Presidenti delle Regioni di introdurre misure che alleggeriscano le restrizioni o che le annullino del tutto. Eppure, se un’ordinanza simile la adotta un Comune è a rischio annullamento…..
Una situazione kafkiana al punto che il sindaco invita Musumeci a dirimere la questione per consentire ai Sindaci di operare senza essere esposti all’accusa di avere emanato Ordinanze in contrasto con le disposizioni statali pertanto suscettibili di essere annullate. De Luca si toglie il sassolino dalla scarpa e ricorda che appena due settimane fa l’ordinanza sulla banca dati è stata annullata con queste motivazioni.
“Considerato che l’Ordinanza del Presidente della Regione Sicilia entrerà in vigore da lunedì 4 maggio la risposta al quesito che Le rivolgo dovrà essermi fornita entro oggi. Così da consentirmi di potere emettere l’Ordinanza con la quale recepire e disciplinare le attività ammesse dal Presidente della Regione o, viceversa, vietare tali attività, concedendo ai miei concittadini un congruo preavviso tanto nella prima che per la seconda ipotesi”. In sintesi De Luca chiede a Musumeci di chiarire se le sue disposizioni di domenica sono contrarie al DPCM o meno o se, per quanto in contrasto, sia possibile comunque applicarle.
La seconda missiva è per le ministre Lamorgese e De Micheli e riguardano sempre quanto stabilito dal DPCM del 26 aprile, ovvero la possibilità di rientro dal nord per quanti siano stati “bloccati” a fine marzo. In realtà sia la Regione Siciliana che la Calabria hanno chiesto la proroga del sistema che ha blindato l’isola. Si consentono i collegamenti navali da Messina a Villa San Giovanni e da Messina a Reggio Calabria e viceversa solo per le Forze dell’Ordine, le Forze Armate, il personale sanitario, per i pendolari e per coloro che dimostrino di spostarsi per esigenze di lavoro, di salute o di necessità. E’ anche stato disposto che i treni non effettuino più l’attraversamento dello Stretto con le navi delle Ferrovie, facendo scendere i passeggeri alla stazione di Villa San Giovanni. Il trasporto aereo da e per la Sicilia continua ad essere assicurato, solo per improrogabili esigenze di connessione territoriale con la Penisola, presso gli aeroporti di Catania e Palermo,con sospensione di tutti gli altri voli compresi quelli internazionali.
Ma dopo la conferenza stampa di Conte di domenica scorsa sono già stati venduti tutti i titoli di viaggio per i treni che dal 3 notte viaggeranno verso la Sicilia e che, per effetto delle disposizioni ministeriali, non effettuano più il traghettamento sullo Stretto. Dunque, l’unico strumento attuato dal Governo per impedire che la Sicilia venga nuovamente presa d’assalto è costituita dalla previsione del divieto di traghettamento dei treni. I passeggeri trasportati fino a Villa San Giovanni, quindi, vengono fatti scendere ed avviati al percorso che li condurrà ai mezzi veloci o alle navi che attraversano lo Stretto.
“In sostanza si sono nuovamente create le condizioni alle quali abbiamo assistito il 23 marzo- ricorda De Luca– quando, a causa di una serie di provvedimenti succedutisi nel giro di poche ore l’uno dall’altro, si è verificato un vero e proprio esodo di persone che hanno raggiunto Villa San Giovanni. Non sono contrario al rientro dei miei conterranei, anzi ho sempre invitato i siciliani che risiedono fuori a tornare a casa, facendomi sentire come unica voce fuori dal coro. Sono consapevole che vivere lontano dalla propria terra è un destino amaro, che nessuno dovrebbe patire solo per ragioni di bisogno. Tuttavia, considerato che l’unico rimedio approntato dal Governo per impedire il ritorno è costituito dalla mera proroga delle stesse disposizioni che vigono dal marzo 2020, e che si sono dimostrate del tutto inadeguate risulta evidente che questo Governo deve mettere in campo altre soluzioni, che siano realmente efficaci”.
De Luca quindi “rispolvera” la Banca dati che è stata affondata nelle scorse settimane, con tanto di intervento della Consulta e annullamento da parte del Consiglio dei ministri. Insomma il suo “si passa a condizione” potrebbe essere uno strumento utile, ricorda. Nel frattempo però in Sardegna è in vigore la stessa banca dati con ordinanza della Regione. Con questa si impone ai passeggeri che intendano raggiungere l’isola di registrarsi con 48 ore di anticipo presso il sito della Regione e di attendere l’autorizzazione all’ingresso.
“Mentre in Sardegna la sospensione del trasporto passeggeri opera in modo effettivo e concreto, in Sicilia la questione è ridotta ad un mero esercizio burocratico. Per questo, Signor Presidente Conte, La esorto con forza a non consentire che, ancora una volta, si assista alla scena dei traghetti pieni di macchine in assenza di un qualsiasi controllo preventivo.Se non ascolterà questo mio accorato appello, non potrò che ritenere che Ella abbia inteso assecondare una precisa strategia, con la quale periodicamente si consente, nei momenti in cui vi è la necessità di allentare la pressione del contagio nei territori del Nord Italia, di eseguire spostamenti massivi di persone verso il sud Italia e verso la Sicilia. Invece le Regioni del Sud hanno saputo gestire meglio le strategie del contenimento del contagio e vantano al momento una drastica e costante diminuzione del numero dei contagiati che non deve essere messa a rischio per le imprudenze di viaggiatori poco coscienziosi”.
De Luca ripropone quindi la Banca dati e aggiunge che nel frattempo alla Sardegna si è unita anche la Regione Calabria, con un’ordinanza della Presidente Santelli firmata il 30 aprile che istituisce un analogo strumento di controllo del territorio. Una banca data alla quale dovranno registrarsi i calabresi di rientro e che non è stata annullata nè impugnata da nessuno