Hanno deciso di parlare Vincenzo e Olga Franza, coinvolti nell'inchiesta della Procura di Messina sulle concessioni per il servizio di traghettamento nello Stretto. I vertici della Caronte&Tourist, madre e figlio, si sono presentati puntualissimi all'incontro fissato col GIP Salvatore Mastroeni, alle 9, e sono scesi nel piano seminterrato di Palazzo Piacentini, dove ha stanza il Giudice.
L'interrogatorio di garanzia é durato due ore. A parlare è stato soprattutto Vincenzo Franza il quale, carte alla mano, ha ricapitolato la vicenda riassumendo il proprio punto di vista e rivendicato la regolarità delle procedure adottate, nonché la legittimità della compartecipazione nella Salerno Contaneir, l'impresa campana che ha partecipato con la Caronte alla gara per la concessione della rada San Francesco, nel 2013. Ad occuparsi della gara, ha ricordato l'armatore messinese, è stata anche la giustizia civile, che almeno in primo grado ha dato ragione al gruppo Franza. Anche in quel caso a rivolgersi alla magistratura erano stati i fratelli Catalano, titolari dell'impresa di Reggio Calabria che ha perso la gara.
Al termine del faccia a faccia col giudice, al quale ha presenziato anche il PM Liliana Todaro, titolare dell'inchiesta, l'avvocato Alberto Gullino ha preannunciato che depositerà un'istanza di revoca del provvedimento adottato dal Giudice, ovvero il divieto di partecipare alle gare pubbliche indette in provincia di Messina per un anno. Una misura non di poco conto, quella siglata dal GIP Mastroeni, visto che l'attuale concessione della Rada San Francesco scade nel 2016 e se il provvedimento dovesse essere confermato, se non addirittura inasprito, la Caronte sarebbe fuori dal prossimo bando. In vista dei prossimi passaggi, intanto, l'Autorità Portuale sta valutando la possibilità di revocare la concessione, previo parere dell'Avvocatura del Stato. (Al.Ser.)