Giorno 26 novembre alle ore 11:00 il liceo G. La Farina ha ufficialmente proclamato lo stato di occupazione. I rappresentanti degli studenti promotori della protesta iniziata oggi, secondo quanto riportato da alcuni quotidiani online sarebbero stati denunciati alle forze dell’ordine.
Gli agenti avrebbero inoltre fatto irruzione durante l’assemblea autoconvocata ponendo fine con la forza al tentativo di occupare: notizia del tutto falsa, in quanto i rappresentanti degli studenti non sono stati affatto denunciati, bensì soltanto identificati. L’Assemblea, svoltasi senza alcuna irregolarità, è culminata con l’occupazione dei locali scolastici. Purtroppo anche le informazioni fornite alla stampa non corrispondono alla realtà, non tengono conto delle reali urgenze e motivazioni degli studenti. È stato anche detto che gli studenti contrari all’occupazione sono stati minacciati durante l’assemblea e sui social network. Tutto ciò è errato in quanto questa mattina abbiamo lasciato la possibilità a questi studenti di tornare in classe a svolgere regolarmente lezione.
Tuttavia, una volta raggiunta la maggioranza più uno di firme pro-occupazione, si è proceduto a prendere possesso dei locali. Vorremmo inoltre sottolineare che non è stato arrecato alcun danno alle infrastrutture. Siamo stati prepotentemente minacciati di immediata denuncia e sgombero da parte di chi, dall’alto della propria posizione, abusa della sua professione per generare terrore psicologico e caos tra gli studenti, specie tra le classi del ginnasio. Rivendichiamo il diritto all'occupazione, da alcuni definita una “pessima abitudine”, come forma di protesta a nostro parere più adatta contro un sistema iniquo che da anni non fa altro che tagliare i fondi all’istruzione per investire in grandi opere superflue (TAV), ordigni guerreschi (F35) e operazioni belliche. Ci schieriamo contro la riforma buona scuola che favorisce la privatizzazione delle scuole pubbliche e l’alternanza scuola-lavoro, “ottima soluzione” per fornire manodopera gratuita alle grandi aziende, cosa che sottrae ogni possibilità di impiego a molti lavoratori attualmente disoccupati.
L’occupazione per noi è anche un momento di crescita collettiva nella quale cerchiamo di sviluppare la coscienza politica di ogni studente, cosa che durante l’orario scolastico non avviene. Non scenderemo a patti con chi tenta di sopprimere il nostro movimento di protesta che, sottolineiamo, non è un caso isolato, ma espressione di un disagio sentito da tutta la popolazione studentesca italiana.