Il Giudice del Lavoro, Gaia Di Bella, ha ordinato alla Palumbo S.p.A. il reintegro nel posto di lavoro di Giovanni Schepis, dipendente licenziato dall’azienda per una “giusta Causa” che secondo la sentenza del Tribunale del Lavoro non sussiste. Giovanni Shepis, rappresentato dallo studio legale dell’Avvocato Antonio Daniele D’Orazio, a cui è affidata la tutela legale degli associati all’OrSA, è uno dei due lavoratori accusati di estorsione nei confronti della Palumbo nel periodo in cui rivestiva l’incarico di RSU con sigla sindacale diversa dall’OrSA, ma visto che la giustizia non si è ancora pronunciata in merito, la Palumbo aveva licenziato Schepis sulla base di una sequela di scioperi giudicati illegittimi dalla parte datoriale.
Evitando di entrare in merito ai capi di accusa per cui è ancora in corso l’indagine della Magistratura, l’OrSA, che all’epoca dei fatti non era presente in cantiere, ritenne il licenziamento di Schepis intempestivo, pretestuoso e lesivo del diritto di sciopero, pertanto, offrì la tutela legale al lavoratore anche per evitare un pericoloso precedente volto a reprimere le libertà sindacali in azienda. Gli scioperi contestati sono stati giudicati legittimi dal giudice del lavoro: “Esprimiamo soddisfazione per una sentenza che oltre a reintegrare il dipendente nel posto di lavoro – scrive l’Orsa – sancisce la libertà di sciopero nella fase in cui la “repressione” contro le proteste sindacali in città si manifesta in diverse forme con allarmante periodicità (vedi caso ATM). Siamo altresì convinti che il licenziamento di Giovanni Schepis è scaturito dall’alto livello di conflittualità che all’epoca dei fatti regnava fra l’azienda e le sigle sindacali allora presenti, diverso dall’attuale spirito di collaborazione, ottenuto con l’intervento mediatore delle istituzione cittadine e il senso di responsabilità di tutte le parti in causa, che a nostro avviso rappresenta il viatico giusto per inaugurare una nuova fase, quella della produzione e del lavoro”.