di Carmelo Caspanello
TAORMINA – “Promuovere un nuovo progetto politico con il nostro simbolo che includa anche altre forze politiche che si oppongono alle attuali politiche nazionali ed europee e che rimettano al centro l’Italia, con il comune denominatore: meno Europa, più Italia, più autonomia e più equità”. Gli iscritti all’Assemblea nazionale di Sud chiama Nord hanno tracciato la rotta. Hanno scelto il percorso che “segnerà” il futuro prossimo, e non solo, del movimento che fa capo al leader Cateno De Luca (in allegato l’intervista integrale). “Il potenziale di crescita di Sud chiama Nord” è stato commentato dal professore Nicola Pipoli, subito dopo la presentazione del dato emerso dal sondaggio online.
Gli iscritti avevano di fronte altre quattro domande: “presentarsi da soli con il simbolo di Sud chiama Nord; presentare nostri candidati – nel collegio Sicilia-Sardegna – in una lista di partiti nazionali senza il nostro simbolo (come nel 2019); presentare nostri candidati in tutti i collegi in una lista di partiti nazionali che non la pensano come noi sull’Europa e sull’autonomia differenziata e non partecipare alle elezioni europee”. Hanno deciso di promuovere un nuovo progetto politico con il proprio simbolo. Che metterà insieme “anche altre forze politiche che si oppongono alle attuali politiche nazionali ed europee”. Ma che allo stesso tempo “rimettano al centro l’Italia, con il comune denominatore: meno Europa, più Italia, più autonomia e più equità”.
“La sfida che stiamo affrontando – spiega Cateno De Luca – parte da una necessità tangibile. Stiamo assistendo a un’Europa che, giorno dopo giorno, invade le libertà fondamentali dell’individuo, dall’ambito economico a quello dell’informazione e del pensiero. Il nostro obiettivo è frenare questa invasione e ritornare a una dimensione europea che sia basata sulle politiche comuni, quelle che realmente richiedono una visione comunitaria. È necessario fare un passo indietro rispetto alle lobby che hanno condizionato i nostri mercati, in particolare nel settore agricolo”.
Sud Chiama Nord si sta muovendo verso una direzione impegnativa. Qual è la rotta?
“Sud Chiama Nord sta intraprendendo una strada più difficile, ma che rappresenta la nostra storia e la nostra identità. Vogliamo diventare il punto di riferimento per una strategia che coinvolge forze politiche che non si identificano più nei partiti nazionali. Vogliamo inoltre valorizzare il civismo come elemento fondamentale. Questo implica una grande responsabilità, come è emerso anche dal sondaggio che abbiamo condotto. Non abbiamo paura di lanciare questa sfida e di rappresentare un’alternativa nel panorama delle elezioni europee. Stiamo vivendo momenti di grande tensione, ma anche di grande interesse da parte di altre forze politiche che vedono in noi un punto di riferimento autentico”.