Non è di certo semplice organizzare un evento polivalente: prima di redigere un programma, di contattare sponsor ed artisti, è necessario, dopo aver scelto la location, sistemarla per l'occasione. I ragazzi che compongono il comitato organizzativo del LovME Fest, già dalla prima edizione, hanno sempre lavorato a forte Ogliastri per ripulire lo stabile, adattarlo per la giornata e costruire, dal nulla, i palchetti e le varie zone.
I giovani, infatti, si sono impegnati in servizi di potatura, montaggio ed allestimento, curando il giardino, come gli spazi interni, della costruzione medievale al fine di rendere l'area più accogliente possibile. L'incuria, infatti, regna sovrana in una struttura che invece dovrebbe essere costantemente monitorata anzi, utilizzata come punto nevralgico per lo smistamento dei turisti in visita. Per capirne di più sul backstage, su quel lavoro che non si vede ma costa sudore e fatica, abbiamo parlato con Guglielmo Sidoti, membro del comitato organizzativo della seconda edizione del LovME Fest.
A distanza di un anno avete riaperto forte Ogliastri trovandolo in condizioni non proprio positive: erba alta e sterpaglie varie, attrezzature e stabili al coperto da ripulire. Anche l'anno scorso avete lavorato alla stessa maniera, addirittura realizzando dal nulla un palco. Nessuno vi aiuta, fate tutto da soli, come gestite quindi queste operazioni?
Le pulizie vengono svolte da volontari, membri delle associazioni, dalle 9 alle 18 sono al forte e, con una scaletta organizzata, sistemano ciò che può essere immediatamente adattato per l'occasione. Nel caso di lavori più importanti, invece, come mettere in sicurezza ad esempio le scale o passaggi vari, ci facciamo aiutare da chi magari è più competente in materia, rimanendo però sempre all'interno dei contatti di chi ci sostiene, come i nostri genitori o gli amici.
Forte Ogliastri potrebbe rappresentare una perla del turismo messinese eppure viene chiuso per una grande parte dell'anno, aperto in rarissime occasioni e lasciato, come si nota, nell'incuria più totale. Voi che questo spazio lo fate rivivere il 2 giugno cosa ne pensate del fatto che ad oggi non sia fruibile a tutti?
Abbiamo scelto forte Ogliastri perchè crediamo si presti perfettamente per l'evento, i fondi per la ristrutturazione fanno parte di un progetto che punta proprio a far rivivere la creatività, quindi abbiamo solo colto la palla al balzo. E' un vero peccato che il forte sia chiuso tutti i giorni, in questa settimana diversi visitatori occasionali, vedendo il cancello aperto, ci hanno chiesto se potessero entrare e noi con piacere abbiamo fatto passeggiare liberamente queste persone. Si sono chieste quello che ci chiediamo anche noi, una zona con quel panorama perchè non viene sfruttata, anche sotto il profilo turistico? Speriamo che con la manifestazione si possa creare una via per formare nuove fruizioni tutto l'anno.
Una struttura storica immersa nella natura invasa però dalle erbacce ed il bellissimo giardino viene lasciato in balia delle intemperie. Cosa si può fare per rendere la struttura un fiore all'occhiello dell'offerta cittadina?
"Crediamo che il forte debba restare aperto tutto l'anno perchè si potrebbero plasmare luoghi d'aggregazione, di creatività. Basta davvero poco per trasformare una struttura immersa nel degrado e nell'incuria in un luogo nato per la libera espressione- spiega Guglielmo Sidoti-. Se avremo un incontro con l'amministrazione proporremo di lasciare aperti i cancelli, prendendoci a carico anche le spese necessari. Dare lo stabile in affidamento alle associazioni potrebbe essere un buon modo per consentire la continua attività. Basta davvero poco per attivars, chiediamo permessi, autorizzazioni, spendiamo soldi di tasca nostra con il rischio di perderli, ovviamente, ma vedere il forte aperto quel giorno è la più grande soddisfazione. Ogni messinese che vive la struttura il 2 giugno riesce a sentirsi parte effettiva di una comunità. La nostra città è rappresentata dal panorama offerto dal forte, non dagli scandali, è essenziale capirlo".
Il LovME Fest è anche artigianato, esposizione artistica. Quest'anno Laura Martines propone qualcosa di interessante quanto funzionale: realizzare oggetti con vecchi materiali naturali. I legni di una barca che diventano lampade o i fogli di un quaderno realizzati al 100 % con il metodo bio, un lavoro apprezzabile con un occhio attento alla sicilianità e alla messinesità. Ma come nasce la volontà, nel 2016, nel millennio delle innovazioni, di puntare su qualcosa di "antico" per realizzare il nuovo? "Tutto nasce dalla passione per l'antiquariato", spiega Laura, "Le cose vecchie che prendono nuova vita. Oggetti inanimati, apparentemente senza futuro, prendono nuova ispirazione. Parti comuni che diventano creazioni uniche. Nei miei quaderni c'è sempre qualcosa che richiama la Sicilia o Messina, le copertine sono foto della città, della regione o pagine di giornali molto antiche, uno sguardo alle tradizioni che non perdo mai".
Claudio Panebianco
Foto di Fabio Romano