Se Maometto non va dalla montagna… la montagna andrà da Maometto. Una dichiarazione d’intenti oltremodo decisa quella annunciata dal consigliere comunale Libero Gioveni nella sua lettera al presidente del Consiglio comunale, Emilia Barrile.
Il riferimento caustico è alla visita messinese del presidente Crocetta di tre giorni fa che, atteso per circa otto ore dalla giunta regionale, ha fatto ingresso a Palazzo Zanca solo alle 19.30, un orario poco utile ad ascoltare e replicare alle lagnanze di quei molti che lo aspettavano.
Se Crocetta è riuscito così a eludere richieste d’aiuto, esposizione di problematiche varie e illustrazioni delle gravi urgenze che avvolgono la città in una sempre più stretta moria, dovrà essere lo stesso Consiglio – rinunciatosi ad ogni indennità di spostamento per evitare di gravare ulteriormente sulle già asfittiche casse comunali – a risolversi a tenere la sua prossima seduta a Palermo, proprio all’interno dei locali di Palazzo D’Orleans.
La proposta, afferma Gioveni, non vuol avere alcun intento provocatorio, né tantomeno assestarsi su quell’arida linea di falso proclama o sensazionalismo che poco ha a che vedere con la reale soluzione delle problematiche che affliggono la città. E’ un modo sostanziale di raggiungere i vertici della Regione, di costringerli a guardare con attenzione alle gravi ripercussioni che una politica economica di ristrettezze sta avendo sulla nostra città. Un sistema, forse un po’ poco ortodosso, di “istituzionalizzare le nostre richieste proprio lì, in casa del Governatore”. Ma è certamente anche una strada da intraprendere necessariamente – prosegue Gioveni – per dimostrare a quei 245.000 messinesi che hanno riposto la propria incondizionata fiducia nella neonata amministrazione comunale, che la Giunta si impegnerà concretamente a far pervenire ai più alti livelli quel senso di disagio e di malcontento espressosi chiaramente anche in occasione della tappa messinese del Governatore regionale.
Non ha sorpreso, infatti, notare, al posto delle iniziali acclamazioni e applausi scroscianti, che avevano fatto da eco nell’immediatezza all’elezione di Crocetta, cartelli di protesta, espressioni di insoddisfazione e sfiducia, lunghi cortei di manifestazioni di dissenso.
C’erano proprio tutti ad attendere il presidente dinanzi ai cancelli di Palazzo Zanca lo scorso 15 ottobre. Dai lavoratori delle Ipab, i precari della funzione pubblica, agli operatori della clinica di Santa Rita. Non mancavano i licenziati della birra Triscele e persino, armati di strumenti, archetti e spartiti, gli orchestrali del Vittorio Emanuele, intenzionati a mettere in piazza una protesta senza eccessi ma significativa, con i toni sommessi del triste brano scritto dal Maestro Salisburghese. Ad accogliere Crocetta, infine, i genitori di quegli studenti disabili rimasti privi dei servizi di assistenza a causa dei radicali tagli che hanno investito tutte le Province.
Che la soluzione possa essere rappresentata dallo spostamento del consesso comunale nel capoluogo sembra l’unica via d’uscita per il consigliere che non si risparmia, nel suo accorato appello, accennando anche ai 40 milioni di euro promessi alla nostra città e mai approdati sulle rive dello Stretto, così come quei poco meno di 3 milioni da devolvere ai cantieri di servizio, di fatto non ancora avviati. E’ da vedere se il presidente Barrile deciderà di condividere gli stessi intenti. (Sara Faraci)