MESSINA – In un affollato Salone delle Bandiere, il Comitato Invece del Ponte ha tenuto una conferenza stampa con cui ha puntato a fare “chiarezza” sulle notizie in merito all’opera, di cui si parla sempre più spesso nelle ultime settimane. È stato Elio Conti Nibali ad aprire l’incontro: “Convochiamo questa conferenza stampa per fare chiarezza e dire la verità. Sembra strano, ma siamo alluvionati da informazioni che definiamo propaganda. La trasparenza è importantissima”.
Poi ha letto due lettere di Michele Ainis e Nadia Terranova, in difesa della città e contro il Ponte, definito dalla scrittrice “propaganda penosa e servile”. Conti Nibali ha ripreso: “Nelle loro parole ritroviamo tutto il nostro lavoro. C’è un messaggio preciso, che è un no al ponte ma soprattutto un sì a tutto ciò che è utile. E c’è una necessità di coinvolgimento, un no alle decisioni calate dall’alto. 14 mesi fa era stato il vicesindaco Mondello a dire che ‘non vogliamo cose calate dall’alto’. Ma cosa si è fatto da quel novembre del 2022? Ad oggi non sappiamo ancora nulla. E dal settembre 2023 la stessa cosa: si è parlato del progetto esecutivo, ci voleva un mese e ne sono passati cinque. È importantissimo seguire ogni passaggio. Non è vero che il ponte è stato deciso e basta, noi possiamo ancora fermare quest’opera inutile e devastante. Qualcuno ci dirà perché non si riescono a trovare i fondi per il porto di Tremestieri o quelli per velocizzare il trasporto ferroviario e l’attraversamento marittimo”.
Conti Nibali ha concluso: “Parliamo della grande maggioranza della città che non vuole il ponte. La smetta la politica di parlare di no ideologico”. Il riferimento è a Matilde Siracusano: “La sottosegretaria sa chi sono le persone, le conosce? Perché non ci spiega come mai il governo non ha mai messo a disposizione i fondi per la riqualificazione e il disinquinamento della Falce, dopo aver detto che erano stati approvati?”. Poi l’esponente di Invece del Ponte ha criticato anche il ministro Nello Musumeci sullo stesso tema.
Laura Giuffrida ha ripreso le parole di Conti Nibali: “Il nostro è un lavoro di controinformazione che ora probabilmente deve aumentare ancora per far capire ai cittadini cosa sta accadendo. La nostra è un’operazione verità e continueremo a farla. Pochi giorni fa la sindaca di Villa San Giovanni ha convocato la stampa per veicolare alla città una verità diversa rispetto a quella di cui parla il governo e gradirei che facesse lo stesso il nostro sindaco Federico Basile. Lui c’era a Roma al ministero giovedì scorso e mi piacerebbe anche che manifestasse una posizione più certa sul ponte. A Report ha manifestato, in quei pochi minuti, una posizione ondivaga. Ma la nostra città potrebbe essere devastata, io da cittadina, da lui, pretendo chiarezza. Ne approfitto anche per avanzare un’altra richiesta: vogliamo essere inseriti nel tavolo tecnico, dove non siamo stati convocati mentre c’erano solo gruppi favorevoli a esclusione della Cgil, rappresentata da Pietro Patti. Noi vogliamo essere convocati e come noi anche le altre associazioni e gli ambientalisti. Il confronto deve essere serio e basato sui contenuti non sulle fandonie”.
E ancora: “Non si può dire ai cittadini che ora il progetto partirà perché non è così. Erano fin qui passaggi obbligati, ma ora ce ne sono tanti da espletare. Fra tutti cito la valutazione di impatto ambientale non ancora data, siamo fermi al 2013. E ci deve essere la valutazione del Cipess (Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile, n.d.r.). Ci vorranno mesi per completare questo iter procedurale. Il dibattito pubblico necessario noi ce lo prenderemo con gli studi, le azioni, i contenuti e la legge. Il nostro è un percorso lineare e trasparente. Intanto la Procura di Roma stamattina ha aperto un fascicolo sulle carte negate, dopo l’esposto presentato da Pd e Avs. Parliamo di 700 pagine che forse sono anche un po’ pochine“. E infine una riflessione: “Sappiamo cos’è successo a Firenze pochi giorni fa. Su un’opera mastodontica come quella del Ponte chi vigilerà sulla sicurezza?”.
L’ex assessore Guido Signorino ha poi affermato: “Mi limito a ribadire le ragioni di un no che per noi è seriamente convinto. Parlare di un no ideologico è una scappatoia di comodo ed è un modo di eludere i nostri argomenti portati avanti in maniera seria e scientifica. Il porto è un muro alle navi verso Gioia Tauro, non è sviluppo ma è un blocco. Il ponte avrà un’altezza di 65 metri dal mare ma le navi sono più alte, non potranno passare e andranno altrove, facendo un grande danno all’economia delle Regioni del sud Italia. Giornali di settore hanno parlato di come il porto di Gioia Tauro diventerà marginale. L’analisi costi benefici va vista in base a ciò che sarà, ma questi documenti da vedere ci sono stati negati. La legge di bilancio ha stanziato un valore inferiore rispetto ai 13 miliardi e 600 milioni di cui parla l’unica stima ufficiale. E sono soldi solo per il ponte e per le opere strettamente connesse, ma avranno bisogno che Rfi e Anas completino altre opere, sennò sarà un pezzo di Lego messo lì che non serve a niente. Per questo il costo reale non sarà quello. E inoltre: il Ponte non distruggerà niente perché passa sopra i laghi? Si dovrà scavare tantissimo per i lavori, si altereranno le falde acquifere che alimentano i laghi stessi, sia a monte per i tiranti sia a valle, in acqua, per i piloni. Non è vero che non comporterà nulla, detto così non vale niente”.
Continua l’economista e docente dell’Università di Messina: “Vogliamo vedere le carte per capire se è stato fatto su questo uno studio geologico serio. Abbiamo visto trivelle fare carotaggi? No, non ci risulta. Anche quelle opere presumibilmente non sono state completate. Lo stesso per il sottosuolo marino, perché il problema sismico non è la faglia del 1908. È un sistema di faglie, ce lo hanno spiegato i geologi e rispetto a questo il progetto definitivo diceva che per descrivere questo sistema ci si è basati ai dati del 2002, 22 anni fa, auspicando che nel progetto esecutivo venissero aggiornati questi dati. Questo la dice lunga sulla esecutività del progetto attuale. Il Cnr un anno fa diceva che le conoscenze sul sottosuolo sono inadeguate per il ponte e che servivano investimenti seri per questo tipi di studi. Non sono opinioni nostre ma valutazioni scientifiche depositate alla Camera dei deputati. Noi siamo molto perplessi sul fatto che questi studi siano stati portati avanti. E l’occupazione? Sparano cifre, ma sono giochi di parole. Ogni posto di lavoro vale in base a quanti anni lavora. Si parla 120 mila? Certo moltiplicando per 7 anni viene questo numero. Senza contare che molti saranno impianti esterni. La propaganda è fatta di prese in giro che noi non accettiamo”.