Politica

Sul porto di Tremestieri una guerra di potere firmata centrodestra

di Marco Olivieri

MESSINA – Il centrodesta gioca a risiko e Messina rischia di rimanere ancora una volta sullo sfondo. L’impressione è che spesso la città dello Stretto interessi come spazio sul quale muovere le pedine del potere. E meno in funzione delle sue enormi, e drammatiche, emergenze. La notizia di ieri risulta eclatante: con un emendamento al decreto infrastrutture, da convertire in legge, sei deputati leghisti chiedono, e otterranno, di commissariare i lavori per il porto di Tremestieri. Il motivo? “Garantire la celere realizzazione della piattaforma logistica intermodale con annesso scalo portuale del porto di Tremestieri”. La novità è stata salutata con favore dalla sottosegretaria Matilde Siracusano e dal senatore Nino Germanà. E, mettendo fuori gioco il Comune di Messina, non poteva mancare una risposta da parte del sindaco Federico Basile.

Nella fase della paralisi, e la scelta era stata invocata pure dalla Uil, il commissariamento avrebbe avuto un senso. In questo momento, considerato pure l’impegno dell’amministrazione per far ripartire l’operazione, suona come un tentativo di prendere in mano la situazione, togliendo ruolo e visibilità a una Giunta non affine politicamente. Detto questo, ci si muova in fretta, nell’interesse di Messina, e si dichiari guerra non agli avversari politici. Bensì, alle incompiute e ai tanti disagi economici, sociali, infrastrutturali e nei servizi che affliggono Messina e la sua città metropolitana.

La marginalità del territorio messinese nei Fondi sviluppo e coesione

Già abbiamo assisitito alla vicenda poco convincente dei Fondi sviluppo e coesione. Gli Fs assegnati hanno confermato il ruolo marginale del territorio messinese. E con il ponte specchietto per le allodole, senza tenere conto di alcune esigenze primarie delle nostre comunità. Non a caso è stato percepito come uno “scippo” di risorse, con 1,3 miliardi destinati alla grande opera.

Messina non può essere una pedina nello scacchiere mosso da governo nazionale e regionale. Per vincere le elezioni ci sarà un’altra competizione. Intanto, i territori hanno bisogno di risposte.

Da ricordare pure la mancata scelta di un presidente per l’Autorità di sistema portuale dello Stretto. Congedato Mario Mega, per ragioni di spoils system, ovvero il cambio dei dirigenti in base alle scelte di chi vince, dal novembre 2023 è rimasto il commissario: il contrammiraglio Antonio Ranieri. Manca l’accordo tra Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia per chi deve assumere una funzione chiave nei prossimi anni?

Il vessillo ideologico del ponte

Le perplessità non mancano. Anche l’accelerazione sugli espropri, sempre tra gli emendamenti del decreto infrastrutture, iniziativa rilevata da Noponte Capo Peloro, risponde più a un bisogno di sventolare il vessillo ideologico del ponte. E non viene incontro alla necessità di ponderare al massimo una scelta che ha un impatto così invasivo e potenzialmente destabilizzante sull’intera città.

Rimettere al centro Messina e la sua provincia, e le sue necessità, sarebbe l’unica e vera sfida da lanciare. Tutto il resto è il gioco noioso e ripetitivo di una politica non all’altezza.