Politica

Sulla guerra idrica Messina-Taormina si pronunci Siciliacque

MESSINA – La “guerra dell’acqua tra Messina e Taormina”. L’unico modo per chiudere la polemica politica, e rimettere al centro i fatti, è chiedere un pronunciamento ufficiale a Siciliacque. Per la senatrice di Italia Viva Dafne Musolino, “dalle dichiarazioni del direttore operativo Burruano (intervista sull’edizione palermitana di Repubblica, n.d.r.) emerge che la scelta del vettoriamento dell’acqua su Taormina, invece che mantenerla su Messina, ha costituito una scelta a esclusivo beneficio del Comune di Taormina”. Secondo, invece, i sindaci Cateno De Luca e Federico Basile “a Taormina arriva solo l’acqua che le spetta, Messina non ne avrebbe di più”.

Evidenzia Basile: “Si continua a ignorare, e qui chiediamo una volta per tutte anche il chiarimento da parte della società, che Siciliacque non avrebbe comunque potuto destinare quella risorsa idrica a Messina. Con una nota del 27 giugno, Amam ha richiesto una fornitura aggiuntiva di acqua. La risposta è arrivata il 1° luglio, firmata dall’amministratore delegato Giuseppe Alesso. Siciliacque comunica che, stante il perdurare della crisi idrica attualmente in atto e la conseguente riduzione della portata disponibile dalla sorgente di Mojo Alcantara, non è, suo malgrado, attualmente nelle condizioni di fornire un quantitativo idrico superiore a quello attualmente prestato. Questi sono i fatti”.

Solo Siciliacque può chiudere la polemica politica

Di conseguenza, considerato che la priorità è sostenere chi è in difficoltà e migliorare la macchina dei soccorsi, oltre ai necessari interventi strutturali, per chiudere la polemica politica serve un pronunciamento di Siciliacque. Solo questo.

RispettoMessina: “Si tratta di un gioco delle tre carte, Basile ponga fine alla convenzione”

A proposito di critiche e polemiche, sul tema è intervenuto pure il gruppo civico “RispettoMessina”: “La questione della fornitura d’acqua al Comune di Taormina è poco credibile e con il passare del tempo “fa acqua da tutte le parti”. Una versione secondo cui l’acqua proveniente dall’acquedotto del Fiumefreddo e destinata a Messina verrebbe vettoriata in parte su Taormina con un bypass realizzato nel torrente Sirina. E nella stessa misura e quantità verrebbe reimmessa da Siciliacque dall’acquedotto dell’Alcantara per poi arrivare a Messina tramite un raccordo realizzato nel torrente Gazzi. E quindi viene detto all’unisono che l’Amam non fornisce acqua a Taormina, ma che si tratterebbe solo di un fatto tecnico che non incide sulle risorse idriche per la nostra città. Versione, però, smentita alla vigilia di Ferragosto dallo stesso sindaco di Taormina, che nel vantarsi delle condizioni in cui “la sua città” sta affrontando la stagione turistica estiva, fa riferimento testualmente “alle attività preventive poste in essere perché l’erogazione dell’acqua non subisse interruzioni”. Cioè all’accordo fra l’Amam, ai cui vertici ci sono e ci sono stati suoi fedelissimi, e il Comune di Taormina”.
Continua “RispettoMessina”: “Suona quindi come una beffa quel “tutto a posto” ripetuto come “un mantra” dal sindaco di Messina, e quel suo richiamo alla “normalizzazione” della crisi idrica solo con l’utilizzo di autobotti. Quando invece la realtà va sempre più aggravandosi, con zone che ricevono un po’ di acqua solo per poco tempo e a giorni alterni, e altre che non ne ricevono per niente, mentre a Taormina si lavano le strade e vengono riempite le piscine degli alberghi e resort delle ville private.
Ma se fosse vero quello che viene affermato perché il sindaco Basile non dispone che l’Amam revochi la convenzione sottoscritta e chiuda il bypass per Taormina, facendo così pervenire l’acqua direttamente a Messina? Un atto di responsabilità e di autonomia atteso dalla gente. E un atto che porrebbe anche fine allo stucchevole ed evidente “gioco delle tre carte”, di cui, ormai, la maggioranza dei cittadini e delle cittadine messinesi ha preso pienamente contezza”.

Questa la posizione del gruppo civico, che rispecchia anche il “sentire” popolare. Ma per chiudere definitivamente la vicenda, e concentrarsi sulle priorità, lo ribadiamo, serve una dichiarazione nero su bianco di Siciliacque. Tutto il resto è destinato a inevitabili strumentalizzazioni politiche.