Siamo “costretti” a definirlo consiglio comunale straordinario su servizi sociali, perché questa è l’ etichetta con cui nei giorni scorsi ne è stata annunciata la convocazione. In realtà però il numero di coloro che oggi sono stati presenti in aula, corrispondeva a quello di una commissione consiliare, anzi meno: intorno alle 13.30, infatti, si tocca il minimo storico con appena quattro consiglieri. Eppure, il tema all’ordine del giorno sarebbe stato tutt’altro che da sottovalutare: mentre noi però ci riferiamo alla delicatezza e all’importanza dell’argomento, visti i tanti utenti che necessitano di assistenza, il “peso” dato da altri è legato al coinvolgimento che, a vario titolo, interessa quanti gravitano nei dintorni dell’aula consiliare. Il settore del welfare è uno dei pochi in cui i soldi potrebbero non mancare, a patto però di capire come, correttamente ed eticamente, le somme dovrebbero essere investite.
A chiedere la seduta straordinaria, i componenti (per la verità non tutti) della commissione servizi sociali. In primi fila i consiglieri Caliò e Conti, i cui interventi, rivolti all’assessore Caroniti, ancora una volta presenta in aula in solitaria (nessuna traccia né del dirigente De Francesco né del sindaco Buzzanca che dei servizi sociali detiene la delega), hanno effettuato un excursus di quanto avvenuto negli ultimi anni. Un mondo complicato, che sempre più, dopo il caso della Futura, per cui la Regione ha disposto il provvedimento di liquidazione coatta amministrativa (commissario la dottoressa Francesca Levatino), e la prosecuzione delle indagini da parte della Procura, sembra destinato a perdere pezzi.
Il crollo però, secondo quanto affermato dal consigliere Conti rischia anche di essere determinato “dalla mancanza di liquidità che potrebbe far implodere l’ente locale. Non è cambiato poi molto da quando sono stati messi a bando i servizi, esternalizzando le attività attraverso le cooperative”. Quelle cooperative che, anziché rappresentare un punto di “congiuntura”, fra palazzo Zanca e i lavoratori, rappresentano invece il motivo di rottura. Ieri come oggi, infatti, le denunce mosse dalla Fp Cgil ne sono conferma: il Comune “gira” i soldi ai rappresentanti delle società, ma puntualmente i lavoratori non vengono retribuiti. Non di recente l’amministrazione era in disavanzo nel pagamento alle cooperative di due mensilità; eppure, i dipendenti non ricevevano stipendi da quattro o addirittura da sei mesi. Quegli stessi dipendenti ai quali, in altri periodi, sono state fatte promesse di sicurezza occupazionale, in cambio di favori elettorali.
Un corto circuito imbarazzante su cui, necessariamente, chi di dovere, in primis gli organi giudiziari, faranno chiarezza. “Come tutte le aggregazioni – ha continuato Conti – anche le cooperative sembrano diventate un’alleanza di piccoli egoismi. Omissioni, mancanze, carenze, per le quali però non si ha il coraggio di intervenire, o meglio non con tutti”. Un messaggio ben chiaro quello sotteso alle affermazioni dell’ex-presidente della Futura: il trattamento utilizzato deve essere lo stesso per tutti, perché le incongruenze solo le medesime. “Nel 2010 si sono svolte le nuove gare di subappalto dei servizi sociali, – ha affermato Caliò – quello sarebbe potuto essere il momento di svolta nella gestione. Così non è stato. Mancate sostituzioni di personale, doni di ubiquità del dipendenti, lavoratori assunti post gara d’appalto con mansioni dirigenziali non rispondenti a quelli che sono i canoni e la normativa regionale che regola la materia. Tutto detto e ridetto con un continuo scarico di responsabilità, fra sindaco,dirigente, assessore, Procura repubblica”.
A difendere l’operato dell’amministrazione, l’assessore Caroniti. Quest’ultimo ha posto in evidenza soprattutto le situazioni in cui il Comune, pur se in ritardo, ha pagato le cooperative, che poi però non hanno proceduto al pagamento delle retribuzioni. Di fronte alla richieste, compresa quella del consigliere Carreri, di procedere, ove possibile, alla rescissione del contratto, il rappresentante di giunta, pur evidenziando l’assoluta rilevanza del profilo occupazionale della questione, ha altresì sottolineato la necessità del servizio di assistenza a chi ne ha bisogno. Un supporto che va garantito e che anzi andrebbe potenziato. (E. DEP.)