TAORMINA. Un’occasione mancata per definire nel concreto come i Paesi del G7 contribuiranno a realizzare gli obiettivi dell’Agenda2030 (Obiettivi di sviluppo sostenibile) dedicati all’uguaglianza di genere. I Governi riuniti a Taormina per la Ministeriale G7 Pari Opportunità non sono riusciti a definire azioni per contrastare la violenza e redistribuire il carico del lavoro di cura che grava sulle donne, prerequisito per promuovere l’empowerment economico delle donne e sconfiggere la povertà femminile. “La dichiarazione finale reitera gli impegni e i contenuti della Roadmap, ma di fatto non va oltre”, afferma Rossana Scaricabarozzi, responsabile del programma per i diritti delle donne di ActionAid Italia. In assenza di scadenze temporali o indicazioni per verificare l’attuazione degli impegni presi lo scorso maggio per promuovere l’uguaglianza di genere, la G7 Roadmap for a gender-responsive economic environment rischia di rimanere una mera dichiarazione d’impegno senza alcun seguito. La Ministeriale Pari Opportunità G7 era l’occasione per concretizzare la Roadmap, definendo risorse, obiettivi di breve e lungo periodo, indicatori temporali, quantitativi e qualitativi per raggiungere gli obiettivi contenuti nel documento. Le aspettative sono state deluse. Chiediamo di nuovo ai Governi – Scaricabarozzi – di far sì che la Roadmap non resti lettera morta, ma si traduca in impegni vincolanti e misurabili nel tempo". Ed ancora: "Se è vero che l’Italia, secondo i dati Eige (Istituto europeo per l’uguaglianza di genere), ha registrato progressi nel triennio 2012-2015 nel campo dell’accesso al potere e della conoscenza (istruzione e formazione), il nostro Paese resta tuttavia fermo nel campo del lavoro, della salute e dell’accesso alle risorse finanziarie, mentre peggiora il divario di genere nell’uso del tempo – ovvero nelle ore che donne e uomini dedicano al lavoro domestico e di cura e alle attività sociali. In generale, l’Italia presenta dati peggiori rispetto agli altri Paesi Ue del G7. Resta quindi molto da fare. Dedicare la Ministeriale alla messa a punto di azioni concrete – conclude Scaricabarozzi – sarebbe stato un segno di reale volontà politica. Non si è andati invece oltre le dichiarazioni di impegno, senza concordare tempi e modi per trasformarle in realtà”.