Il Comune di Messina non ha alcuna intenzione di soccombere alle “accuse” della Corte dei Conti senza almeno provare a difendersi. E così, mentre l’ombra del dissesto sembra ingigantirsi, il commissario straordinario Luigi Croce, ha riunito i “saggi” di Palazzo Zanca, alias i suoi quattro esperti Dalmazio, Tomasello, Saccà e Montalbano, per analizzare punto dopo punto la delibera n.24 emessa dall’organo di controllo. Che ha creato allarme dentro e fuori il palazzo. Durante il summit odierno, che è durato tutta la mattinata, l’ex procuratore capo ha deciso, insieme ai suoi consulenti, di stilare un documento per replicare ai rilievi mossi dai magistrati contabili, molti dei quali sarebbero inesatti o addirittura totalmente errati. Il primo punto da contestare riguarda il patto di stabilità 2012, che per la Corte dei Conti risulta sforato ma che, invece, le carte di Palazzo Zanca -già inviate a Roma – dicono che è stato rispettato. Secondo il commissario, Dalmazio e company sono contestabili anche i dati relativi ai debiti di Messinambiente e Ato3 .
Formalmente il Comune di Messina non sarebbe tenuto a dare alcuna riposta alla magistratura contabile, che ha scritto al Ministero e non all’ente, tuttavia a Palazzo Zanca emerge con chiarezza la voglia di fornire la propria “versione dei fatti” prima di subire una condanna -la bocciatura del piano decennale di riequilibrio – che significherebbe impossibilità per il Comune di Messina di accedere al Fondo di rotazione nazionale, che dovrebbe portare in riva allo stretto 50 milioni di euro, e al Fondo regionale, che è vincolato all’erogazione del primo e dovrebbe trasferire a Messina circa 33 milioni di euro. Senza queste risorse, per il Comune di Messina il default sarà “matematico”. Tornando alla cronaca del vertice odierno a Palazzo Zanca, sorprende – ma forse neanche tanto – che al tavolo delle decisioni non siano stati invitati né il ragioniere generale Ferdinando Coglitore né il dirigente e responsabile al Bilancio, Giovanni Di Leo, rimasti nelle loro stanze mentre in quella del commissario Croce si decideva se e cosa rispondere alla Corte dei Conti. Il documento dovrebbe essere ultimato nelle prossime ore per poi essere spedito a Palermo, con copia probabilmente destinata anche a Roma, sulla scrivania del Ministero .
Intanto, sulla delibera n.24 interviene il consigliere comunale di Sicilia Vera Ivano Cantello. «Come era prevedibile – scrive in un comunicato – la Corte dei Conti ha smantellato il piano di riequilibrio presentato dall’amministrazione evidenziando che è troppo vago sia nell’esposizione debitoria, sia sugli strumenti con i quali si vuole affrontare la crisi dei conti di Palazzo Zanca».
Cantello ricorda inoltre di essere stato l’unico su quarantacinque consiglieri comunali «dopo un attento approfondimento della normativa in questione, a non aver votato la delibera all’accesso della legge Salva Comuni. Questo perché la ritenevo viziata ab origine, e sarebbe stato meglio avviare le procedure di dissesto poiché gli effetti del default sarebbero stati comunque meno deleteri del ‘Salva Comuni’».
Secondo il consigliere comunale «il ministero non potrà mai approvare il piano di riequilibrio» dal Comune». Convinzione che a questo punto hanno in molti. (Danila La Torre)