Commercio e politiche per rimettere in moto l’economia messinese. La questione è tornata sui tavoli di Palazzo Zanca, si è riacceso il dibattito che coinvolge consiglieri comunali, associazioni e sindacati di categoria, amministrazione, dirigenti. Adesso però servirebbe iniziare ad agire. Perché le parole, per quanto cariche di buone intenzioni, non daranno certo da mangiare ai commercianti messinesi, né tantomeno serviranno alle famiglie per andare a spendere in quei negozi e locali. E’ questa la sensazione emersa alla fine della nuova seduta congiunta delle commissioni Patrimonio e Commercio che si è riunita oggi. I presidenti Daniele Zuccarello e Nora Scuderi avevano annunciato già la scorsa settimana che il dibattito sarebbe andato avanti e così è stato. Sotto i riflettori ancora una volta il regolamento Cosap per l’occupazione suolo pubblico e quelle modifiche di cui tutti parlano da oltre due anni ma che ancora nessuna ha messo nero su bianco. Il nodo, infatti, è proprio questo: rimodulare quel regolamento entrato in vigore nel 2011 e che ha triplicato le tariffe per occupare suolo pubblico in città, tanto da mettere in ginocchio decine di esercizi. Fin dall’inizio sono sembrati tutti d’accordo ad avviare questo lavoro, c’era ancora l’ex assessore Filippo Cucinotta quando si decise che questa tematica doveva essere messa in cima alla lista delle priorità dell’amministrazione Accorinti. Sulla carta è stato fatto ma di concreto ad oggi ancora nulla.
Oggi in commissione ad alimentare ulteriormente lo sconforto delle associazioni di categoria sono stati il dirigente del Dipartimento Patrimonio, Natale Castronovo, e il Ragioniere generale, Antonio Cama.
Castronovo ha chiaramente dichiarato di aver posto il regolamento Cosap all’attenzione dell’amministrazione già nel 2014, senza però aver ricevuto nessuna disposizione o indicazione su come procedere. Parole che scaricano completamente la responsabilità di questo stallo sull’amministrazione e in questo caso sull’assessore Sebastiano Pino. Sul fronte economico non va meglio, perché tra le più grandi perplessità ci sono i paletti che potrebbe mettere il ragioniere generale al progetto di ridurre le tariffe. Cama però non si è sbilanciato: “Nel momento in cui mi verrà consegnato un nuovo atto la Ragioneria esprimerà il suo parere. Ad oggi non ci è stato sottoposto nulla”. I due dirigenti hanno praticamente certificato il nulla di fatto amministrativo sul fronte Cosap, nonostante ormai da mesi proprio l’assessore Pino continui a ripetere che si sta lavorando sodo per rimodulare il regolamento della discordia.
“Il dirigente e il ragioniere ci stanno dicendo che i tavoli tecnici e tutto quello che è stato fatto in due anni non valgono nulla e che l’amministrazione ha prodotto solo chiacchiere. A questo punto chiederemo l’intervento del Prefetto, sperando che possa mettere tutti intorno allo stesso tavolo” ha detto Zuccarello che insieme a molti altri colleghi ha posto una serie di quesiti ai due dirigenti di Palazzo Zanca, accusati invece nella scorsa seduta di essere i principali artefici di questo immobilismo. Hanno chiesto se sia mai stata fatta una valutazione sulle entrate da quando è stato introdotto il regolamento del 2011, se le richieste sono aumentate o diminuite, se abbassare le tariffe rappresenterebbe un reale problema per le casse comunali. Il dirigente Castronovo ha spiegato che non sono mai state fatte analisi dettagliate e che anche i trend di entrate e richieste non hanno mai fornito indicazioni particolarmente rilevanti. Cama ha invece chiarito che non è esclusa l’ipotesi di calare le tariffe, ma solo se i bilanci potranno restare in equilibrio.
Inteventi che hanno lasciato ancor più dubbi nei rappresentanti delle associazioni di categoria. Benni Bonaffini, componente di Confesercenti, ha ancora una volta puntato l’attenzione proprio sulla mancanza di dati per dimostrare la sostenibilità di una rimodulazione delle tariffe. Alessandro Allegra di Confartigianato ha rilanciato la proposta di incontrare il Prefetto, vista l’inconsistenza delle risposte fornite da Cama e Castronovo. Il presidente di Confcommercio, Carmelo Picciotto, ha infine riproposto l’idea di istituire un tavolo del commercio per stipulare quel “patto per il territorio” ritenuto strumento ormai necessario per capire come fare e creare sviluppo.
La palla però resta nelle mani dell’amministrazione, che a suo tempo si era assunta l’onere di rivedere quel regolamento con l’appoggio e la collaborazione del consiglio, soprattutto con quei consiglieri che in questi anni hanno elaborato proposte e idee per sbloccare questa situazione.
Francesca Stornante