“Suoni e Voci dei Siciliani d’America” è il titolo dell’originale mostra che guida alla riscoperta di una singolare storia di emigrazione siciliana di successo. Si tratta della musica dei barbieri, che balza nella hit-parade discografica d’oltreoceano dai primi del ‘900.
L’evento espositivo è offerto dalla Società Liberale di Mutuo Soccorso (1892) di Galati Mamertino, d’intesa col Museo Cultura e Musica Popolare dei Peloritani e con l’Associazione culturale Kiklos, su progetto di Mario Sarica, curatore scientifico della realtà etnografica peloritana.
La sezione storico-documentaria-fotografica introduttiva
La mostra si articola in una sezione storico-documentaria-fotografica introduttiva, affidata a pannelli informativi sui temi de “La spartenza, addio alla terra madre”, al primo approdo a New York “Ellis Island, cancello del nuovo mondo o isola del pianto”, ed ancora a little Italy, luogo urbano più rappresentativo in cui si ricostituisce la comunità italiana nelle sue diverse espressioni regionali, compresa soprattutto quella siciliana, fedele alle tradizioni delle origini.
Gli strumenti
Quattro le sezioni dedicate specificamente ai Suoni e alle Voci dei Siciliani d’America, ovvero quella degli strumenti da banda, cui si fa riferimento per i tanti ensemble musicali di successo discografico, dediti soprattutto all’esecuzione di ballabili, in coerente relazione espositiva con il grammofono e anche con i dischi a 78 giri, il rivoluzionario modo del tempo di “fare” e “fruire” musica.
La ricostruzione
Di particolare interesse, inoltre, la ricostruzione del salone da barba, luogo elettivo della musica dei barbieri, con accessori originali e, soprattutto, con gli strumenti che hanno fatto la fortuna dei barbieri musicisti, ovvero mandolini e chitarre.
Spazio bibliografico e postazione video
Di altrettanto interesse lo spazio bibliografico dedicato ai titoli più rappresentativi della ricerca etnomusicologica sul repertorio discografico dei 78 giri incisi dai siciliani d’America, e anche, più in generale, alla storia dell’emigrazione.
Non manca, infine, una postazione video dove immagini, suoni e testi, raccontano questa significativa vicenda culturale.
A riaffermare, inoltre, il profondo legame che unisce le comunità d’oltreoceano con quelle d’origine, il bel gonfalone dei primi del ‘900 dedicato dagli emigrati galatesi di Cleveland al santo patrono San Giacomo. La mostra, ospitata presso la sede del sodalizio galatese, presieduto da Gaetano Campisi, sarà visitabile fino al 25 agosto nei giorni di domenica e festivi, la mattina dalle ore 10:30 alle 12:30 ed il pomeriggio dalle ore 17:30 alle 19:30