Politica

Superbonus, gli ingegneri di Messina: “Troppe incertezze, serve una proroga”

I tremila ingegneri messinesi restano preoccupati per il tema del “superbonus” edilizio. Il presidente dell’Ordine, Santi Trovato, scrive di nuovo ai parlamentari.

“Le nuove previsioni sanzionatorie per le asseverazioni rischiano di creare nuovamente difficoltà insormontabili che possono bloccare il processo dei bonus edilizi, e in particolare del superbonus, su cui si è intervenuti recentemente per evitare i danni prodotti dalla limitazione della cessione del credito. Non si comprende la necessità di questo inasprimento, in considerazione che, proprio per il superbonus, dove da sempre sono previste le asseverazioni dei tecnici abilitati, le percentuali di frodi – ad oggi peraltro presunte – come da dati dell’Agenzia delle Entrate, sono del 3% sul totale degli importi e non abbiamo notizie né di responsabilità dei professionisti, né di dichiarazioni false o infedeli. Ciò detto, siamo disponibili, come sempre, a proporre e individuare, se richiesto e necessario, ulteriori meccanismi di controllo e di lotta alla frode, purché realmente utili e applicabili”.

Le sanzioni penali, da due a cinque anni di carcere, “sono oggettivamente spropositate per comportamenti colposi”. Ma il problema è più “l’indeterminatezza delle possibili falsità connesse alla “omissione di riferire informazioni”, che dovrebbero poi riguardare in maniera “rilevante” i requisiti tecnici del progetto. Come si può ritenere falsa un’omissione senza precisare quali sono le informazioni da inserire in asseverazione e la loro “rilevanza”, tra l’altro su aspetti tecnici che possono riguardare scelte del progettista? Nel caso di dolo, poi, la pena è “aumentata” senza precisare il quantum dell’aumento. La norma così com’è è certamente non costituzionale, oltre che concettualmente sbagliata e inapplicabile, visto il rischio di incertezze pericolose di interventi giudiziari favoriti dall’indeterminatezza e confusione”.

Infine, le modifiche previste sul massimale delle assicurazioni a garanzia dell’incentivo statale, “sono errate, come ha dimostrato di recente un documento congiunto Cni (Consiglio Nazionale Ingegneri) e Ania, perché confliggono con tutte le regole sui principi di calcolo statistici e probabilistici in materia. Queste ultime, unite alle sanzioni penali di cui sopra, bloccheranno, a breve, il plafond dei professionisti, con l’impossibilità di stipulare polizze in materia da parte delle aziende assicuratrici, creando ulteriori problemi nell’attuazione del bonus edilizi”.

Gli ingegneri si dicono stanchi per il “continuo susseguirsi di provvedimenti che hanno prodotto molta incertezza e, in alcuni casi, dispendio inutile di tempo. Appare ormai evidente che si stia facendo di tutto per impedire o quantomeno rallentare l’applicazione dei superbonus, nonostante i tecnici, le imprese e tutti gli attori della filiera, abbiano già investito moltissimo su questo strumento di ripresa economica. Si sta vanificando una grande opportunità, soprattutto quella della messa in sicurezza del patrimonio edilizio esistente, a noi molto cara, anche in considerazione del fatto che viviamo e operiamo in un territorio ad altissimo rischio sismico. È necessario aspettare le vittime e la distruzione delle nostre città, compreso il patrimonio storico e artistico dei nostri centri storici, con la conseguente perdita della nostra identità, per avviare una lenta ricostruzione a un costo sicuramente maggiore?”.

Poi le richieste: “Abbiamo bisogno di norme certe ed equilibrate; abbiamo bisogno di tempi adeguati e soprattutto di stabilità normativa per ultimare i cantieri. I processi sono stati rallentati se non bloccati in taluni casi: abbiamo bisogno di tempo per riuscire a rispettare le scadenze”.

Primo appuntamento è quello del 30 giugno: l’Agenzia delle Entrate ha puntualizzato che, per poter avere il Superbonus al 110 fino alla fine dell’anno per le unifamiliari, non si deve far riferimento solo all’ammontare della spesa ma allo stato dei lavori effettivamente realizzati, che devono corrispondere al 30% dell’intervento complessivo.

“Una vera e propria corsa contro il tempo in considerazione dei recenti e noti fatti che hanno rallentato se non addirittura arrestato il processo. La richiesta di una proroga – con la modifica urgente del recente decreto in tema di polizze e sanzioni – è solo una delle tantissime istanze” che gli ingegneri inoltrano ai parlamentari.