MESSINA – Sono passati 14 anni da quando il Consiglio comunale ha approvato, nel 2010, un documento con le opere connesse richieste alla società Stretto di Messina spa e al governo in vista della possibile realizzazione del ponte. La delibera è stata ripresa e analizzata durante la prima sessione post pausa estiva della commissione omonima, presieduta da Pippo Trischitta, con ospite l’ingegnere Giovanni Caminiti, già dirigente unità di progetto ufficio ponte di Messina.
L’ingegnere, nel suo lungo intervento, parlando delle opere connesse del documento del 2010 ha ricordato che “erano state chieste nuove opere stradali in prossimità dei cantieri per agevolare il passaggio e l’arrivo dei mezzi e accogliere il nuovo flusso veicolare a opera compiuta. All’epoca si spiegò che il comune di Messina avrebbe dovuto essere inserito nell’accordo tra gli enti perché avrebbe dovuto realizzare il raddoppio autostradale Giostra-Annunziata, indispensabile per il flusso autostradale e di cui si era incaricato il comune. L’altra opera era il collegamento tra il nuovo svincolo di Curcuraci o Marotta, realizzato da loro, con la panoramica. Il collegamento sarebbe stato di competenza del comune. Queste due opere le dovrebbe fare il comune ma non si sa in che tempi né con che fondi. Il comune si deve togliere di dosso queste due interventi, che anche il Cipess deve riconoscere come necessari per il ponte”.
“Tra le altre opere connesse da integrare nell’accordo – ha poi proseguito – erano state chieste il nuovo collegamento da 650 milioni tra Tremestieri e Giostra, coinvolgendo il Cas, per rendere l’attuale tangenziale ‘nostra’ mentre fare il collegamento verso Catania con una nuova autostrada. L’altra opera era il sistema di viabilità integrato, lo Svi, che sarebbe costato 130 milioni e avrebbe dovuto realizzare il Comune, permettendo di collegare i vari quartieri al sistema attuale. Che io sappia non ci sono state iniziative in tal senso. E infine 25 milioni di opere atterra per i pontili della Metropolitana del Mare. Poi il bypass Annunziata-Pace, una strada alternativa al tratto della Panoramica per consentire il passaggio dei mezzi durante le fasi di cantiere all’Annunziata. Poi c’erano alcuni svincoli, come Santo Stefano e Giampilieri, quest’ultimo funzionale per spostare i caselli di Tremestieri. E c’era anche la soppressione della barriera di Villafranca e del pedaggio”.
Poi le opere ferroviarie connesse: “La metropolitana dello Stretto che è stata inserita nel progetto con le fermate Papardo, Annunziata e Viale Europa, con 80 corse al giorno e che dovrebbero arrivare anche all’aeroporto di Reggio Calabria. E la variante della stazione Gazzi, anch’essa inserita nel progetto: attenzione, la variante non la stazione. Poi la terza voce, relativa alle opere per il passaggio dei treni ad alta velocità. Anche se pare adesso che l’alta velocità in Sicilia non ci potrà essere. Altre opere inserite erano state il raccordo Panoramica-Litoranea, cioè all’altezza della rotonda di Granatari, ma anche il minisvincolo di Ganzirri nella zona di esazione, sebbene poi nel progetto sia stato inserito uno svincolo completo”.
Tra le altre raccomandazioni “la salvaguardia della salute e dell’ambiente, l’agenzia per l’area di sviluppo territoriale, il collegamento marittimo delle varie zone di Messina con Reggio e l’aeroporto e il ripristino dei cantieri, che saranno riconvertiti poi in parchi dopo la chiusura dei lavori, e sono parecchie aree che acquisirebbe il comune. Avevamo chiesto anche il recupero del materiale di scavo per il ripascimento dei litorali, ma anche la formazione professionale del personale, il potenziamento delle strutture, del corpo della polizia municipale e del corpo dei vigili del fuoco”. Tra gli altri punti citati dall’ingegnere, anche piani di comunicazione e marketing per la città, agevolazioni fiscali, altri collegamenti marittimi.
Giuseppe Schepis di “Basile sindaco” tra i consiglieri è stato il primo a prendere la parola: “Vorrei capire una prima cosa, di quelle attività che il consiglio comunale del 2010 ha suggerito, quante e quali sono state già assimilate al vecchio progetto? E vorrei anche capire quanto ci sia di attuabile e attuale di quella delibera di 14 anni fa, se ci sia possibilità di inserire le opere non inserite nel progetto”. Domande a cui l’ingegnere ha spiegato di “non saper rispondere, ma mi sembra difficile, bisognerebbe chiederlo ai tecnici della società Stretto”.
Sugli svincoli, stuzzicato dal presidente Trischitta, è intervenuto Giuseppe Busà, anche lui dei gruppi legati al sindaco Basile: “Lo svincolo di Giampilieri sarebbe stato più importante di quello di San Filippo, ma è evidente che non è stata nemmeno presa in considerazione. Come opera connessa si sarebbe potuta fare, spostando il casello”. Proprio sullo svincolo, Busà ha chiesto che l’argomento possa essere inserito nei lavori della prima commissione Viabilità, invitando i vari enti coinvolti, in modo da “redigere un documento congiunto da proporre ai deputati regionali o ai vertici della Regione”.
E anche Alessandro Russo del Pd è poi intervenuto: “Manca una vera interconnessione tra il comune, i suoi dipartimenti e la Stretto di Messina. Lo ha scritto il sindaco Basile, non al Pd, nella sua relazione del secondo anno di mandato e chiederemo al sindaco chiarezza sull’argomento. Grave è che l’amministrazione dica che la Stretto di Messina non dia riscontro al consiglio né chiarimenti precisi su alcuni aspetti. Non si può far finta che tutto sia ok, bisogna capire che rapporti ci sono rispetto a questo progetto”. E ancora: “Ho l’impressione che non ci sia un’idea progettuale ma solo una enunciazione di cose per allettare la popolazione. Penso ai dissalatori per cui prima si è detto no e oggi invece sono stati buttati lì come proposte. Bisogna far sì che i nostri uffici collaborino con il progettista”.
Giovedì la commissione Ponte tornerà con un argomento centrale non soltanto nella realizzazione dell’opera ma per Messina: l’acqua. Si parlerà delle fonti idriche alternative che la Stretto di Messina spa dovrà mettere in campo insieme alla WeBuild per far fronte all’enorme richiesta d’acqua a cui andranno incontro i cantieri. In un momento in cui la siccità sta lasciando a secco abitanti e case in ogni zona della città.