Mentre siamo ormai alla volata finale sulle candidature per le Politiche, entro il 21 si presentano le liste, all’Ars scoppia il caso dei deputati presenti “in spirito” ma non col corpo. A scatenare il caso, con tanto di foto che coglie “gli invisibili” in flagranza, sono stati gli irriducibili del M5S. Che erano “diversi” lo si era capito subito, adesso stanno dando prova che esiste un modo “diverso di far politica”, anzi migliore. Ma andiamo per ordine e aggiorniamo il taccuino elettorale.
Iniziamo dalla Rivoluzione civile di Antonio Ingroia. Anche nell’isola non mancano, come nel resto d’Italia, esponenti della lotta alla mafia e giornalisti (che in queste elezioni vanno a ruba in tutti i partiti, sono diventati il peperoncino che dà il tocco alla ricetta ideale). Ingroia è capolista alla Camera sia nella Sicilia Occidentale che nella Sicilia Orientale. Per quel che riguarda il nostro collegio, Sicilia 2 subito dopo Ingroia c’è il giornalista Sandro Ruotolo, mentre la candidata alla Presidenza della Regione per Sel-Idv Giovanna Marano è quarta. Per trovare un messinese dobbiamo arrivare al 10°posto, Giuseppe Marano, seguito da Ketty Bertuccelli. Al 13esimo posto c’è Pietro Currò (che in Sicilia Occidentale è 11esimo). Al Senato il capolista è l’ex sottosegretario Luigi Li Gotti, seguito da Carmelo Costanza e dalla giornalista del Fatto Quotidiano Sandra Amurri, mentre al quarto posto c’è il segretario cittadino di Italia dei Valori a Messina Salvatore Mammola.
Sugli altri fronti il Pd è alle prese con il caso dei cosiddetti “impresentabili”, ma pare che a rischio ci sia in Sicilia solo Crisafulli, perché il partito è molto più sensibile alla portata di voti che non alla “presentabilità” alla faccia di altre considerazioni che si fanno valere solo per gli avversari politici. I moralisti in casa d’altri li fanno un po’ tutti, come ad esempio Casini che non ha esitato a schierare cognata e genero. Nel Pdl questa notte porterà “consiglio” a proposito del diktat sugli esclusi, ovvero quelli con più di 15 anni di carriera alle spalle. Rischia Mimmo Nania, invece hanno ottenuto la deroga Antonio Martino e Stefania Prestigiacomo, mentre Marcello Dell’Utri, fresco di richiesta di condanna a 7 anni in appello, dichiara “Certo che mi candido, finchè sono vivo continuerò a candidarmi. Non lo farò solo da morto. Ma la storia che sono in lista con Grande Sud è una minchiata”. Proprio il Grande sud frattanto ha perso pezzi, con Cimino, Bufardeci e Savona, accolti a braccia aperte dal Pd che ormai non va tanto per il sottile sui repentini cambi di casacca.
Il bollettino degli ex Mpa divenuti anche ex PdS da quando Lombardo è tornato con Berlusconi, cambia di giorno in giorno, ma oggi il barometro segna Megafono stabile. Il gruppo di deputati regionali eletti con le liste Crocetta Presidente e transitati subito dopo nel Movimento per il Territorio di Salvo Andò, e del quale fa parte anche il messinese Marcello Greco, hanno ufficialmente annunciato l’appoggio alla lista del Megafono al Senato. Quanto al gruppo Beppe Picciolo in fase di divorzio da Lombardo dopo la virata a destra, sembra essere a un passo dal “sì” con Crocetta. L’accordo si gioca sul quinto posto al Senato per Pippo Corvaja, nonostante qualche malumore in entrambe le parti, da un lato in chi vorrebbe restare con Lombardo che torna a candidarsi al Senato, dall’altro in casa Megafono dove i nuovi ingressi non sono stati accolti con striscioni di benvenuto.
Intanto all’Ars va in scena lo spettacolo “dei deputati invisibili”. Erano previste repliche della perfomance, ma dopo la foto che il M5S ha diffuso e dopo la richiesta di decurtare il gettone di presenza agli onorevoli fantasmi è probabile che sarà uno spettacolo da archiviare. La seduta in questione era dedicata al fantomatico Ponte sullo Stretto, ed in base ai tesserini magnetici inseriti i deputati presenti a Sala d’Ercole dovevano essere 57. Peccato che al momento del voto i presenti in carne ed ossa erano appena 27, gli altri solo “in spirito”. D’accordo che il dibattito sul Ponte dopo 40 anni non ha più lo stesso interesse di un tempo, ma quel tesserino magnetico inserito garantisce, anche se il proprio corpo girovaga per le stanze, la bellezza di 224,90 euro a seduta. Alla fine ha votato un terzo dei presenti, ma il gettone vale per tutti.
Oggi i grillini hanno chiesto ufficialmente agli Uffici di Palazzo dei Normanni l'elenco dei fantasmi. Nel frattempo il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone inizia a studiare ipotesi di nuove regole, compresa la di estendere la decurtazione alla diaria a tutte le sedute d'Aula anche se non si vota, per togliere il “vizietto”a chi ha il tesserino facile.
“57 tesserini di deputati inseriti sui banchi all’Ars- ha commentato Giancarlo Cancelleri del M5S- ma soli 27 Presenti. Non mi sembra una bella forma di rispetto per i deputati presenti in aula, per i cittadini siciliani, oltre che un buon metodo per risparmiare sui costi della politica”.
Rosaria Brancato