L’Inps, con circolare n 149 del 28/12/2012, aveva dettato disposizioni ai propri uffici periferici affinché, a partire da 1 gennaio 2013, ai fini della concessione della pensione di invalidità 100%, nel limite del reddito previsto fosse computato sia quello del beneficiario che del coniuge. Dura la posizione dell’Anmic (Associazione Nazionale Mutilati Invalidi Civili), che aveva evidenziato il recente orientamento della giurisprudenza.
Anche il Parlamento, all’atto dell’approvazione della legge n 33/80, aveva impegnato il Governo dell’epoca ad interpretare l’art. 12 della legge 118/71, nel senso che si dovesse fare riferimento solo al reddito del disabile ai fini della concessione del beneficio economico.
Immediatamente si sono attivati il Presidente provinciale Anmic Messina, facente parte del direttivo nazionale, Michele Tomasello, ed il Presidente Nazionale dell’associazione che tutela gli invalidi, Giovanni Pagano, il quale già in passato si è reso protagonista di battaglie a favore della categoria, riuscendo a far arrivare a Montecitorio persone in carrozzina da tutta Italia.
Il pressing politico è stato asfissiante e l’azione dell’Anmic ha indotto il Ministro Elsa Fornero ad imporre all’Inps di sospendere gli effetti della circolare emanata a fine anno, affidando l’istruttoria al Sottosegretario Cecilia Guerra, che ha fatto propria la richiesta dell’Associazione che da oltre 50 anni si batte per i diritti dei disabili.
“Dopo il recente rinvio al Ministro della Salute, delle tabelle per la valutazione delle percentuali di invalidità civile – dichiara il Presidente nazionale Anmic Giovanni Pagano -, abbiamo vinto un’altra battaglia a favore dei soggetti più deboli. Sappiamo che ce ne saranno altre – prosegue -, ma noi non abbasseremo la guardia. E’ ora di finirla – conclude Pagano – di tentare di operare pseudo tagli sui disabili e lasciare inalterati i privilegi dei potenti”.